Giuliana Bernaudo non ci si sta. Dopo aver subito per anni angherie e soprusi per non essersi omologata al sistema di potere politico dittatoriale che vige all’interno dell’Asp di Cosenza, l’ex direttrice del distretto sanitario del Tirreno, nella scorsa campagna elettorale scippata del suo ruolo e mandata a dirigere il dirigere l’unità operativa complessa “Igiene degli alimenti e nutrizione” del Dipartimento di Prevenzione a Cosenza con le mansioni di una scolaretta alle prime armi, vuota il sacco e indispettita dal silenzio della magistratura nonostante le centinaia di denunce avanzate dalla stessa, dai cittadini e dalla stampa, invia una lettera di fuoco alle istituzioni. Una missiva che sarebbe dovuta rimanere privata, lontana dalle luci della ribalta mediatica, e che invece è finita dritta sul tavolo della nostra redazione. Perché nello stesso sistema c’è pure chi non ce la fa più a reggere il peso di tali e tante responsabilità e vuole ribellarsi.
Per capirne di più sulla vicenda, basta leggere i nostri articoli:
- 8 febbraio 2018 Ospedale di Praia, struttura ostaggio del Pd: campagna elettorale e nomine a gogo;
- 13 febbraio 2018 Le ‘profezie’ de La Lince: la piddina Angela Riccetti è il nuovo direttore del distretto sanitario del Tirreno;
- 20 febbraio 2018 ‘Sanità organizzata’: la Bernaudo costretta ad autodenunciarsi per esercizio abusivo della professione medica;
- 23 febbraio 2018 Caos Asp di Cosenza, Mauro querela a sua volta la Bernaudo e invoca il diritto di replica;
- 24 febbraio 2018 Querelle Bernaudo-Mauro, spunta il documento che sbugiarda il dg dell’Asp cosentina;
- 14 marzo 2018 L’Asp di Cosenza: «Bernaudo rinuncia all’azione cautelare nei confronti di Mauro». Ma è falso;
- 18 maggio Lo strapotere dell’Asp di Cosenza, ecco che fine fa chi si ribella.
I destinatari sono: il Presidente Giunta Regione Calabria, On. Mario Gerardo Oliverio, il Presidente del Consiglio Regione Calabria, On. Nicola Irto, i Consiglieri della Regione Calabria, la Terza Commissione Sanità, Attività Sociali, Culturali e Formative, il Commissario ad acta per il piano di rientro, Ing. Massimo Scura e il Dirigente Dipartimento Tutela della Salute, Dott. Bruno Zito.
Di seguito il testo integrale della lettera:
“Il Dott. Alfonso Sabelli, noto Magistrato, ospite di una trasmissione televisiva ha affermato che non debba essere solo e soltanto la Magistratura ad essere investita per “presunte illegittimità perpetrate nelle Pubbliche Amministrazioni”, ma anche chi ha il compito di vigilare dovrebbe tempestivamente intervenire. Per la nota vicenda della decadenza da Direttore del Distretto Tirreno ho, insieme al collega Direttore Distretto Cosenza Savuto, investito la Magistratura il Dipartimento Tutela della Salute, la Struttura Commissariale, la Corte dei Conti e l’ANAC. I tempi della giustizia sono purtroppo non brevi e comportano anche un esborso economico non indifferente. Auspicabile sarebbe invece, se ancora viviamo in uno Stato di diritto ed ancora più importante” in democrazia” che chi per dovere istituzionale, è deputato a vigilare sulle azioni intraprese dai Direttori Generali lo facesse e non si trincerasse dietro una “fantomatica autonomia organizzativa ” degli stessi. La riorganizzazione derivante dall’atto Aziendale approvato con DCA no 117/2017 non ha per niente variato lo status giuridico del Distretto Tirreno rispetto alla riorganizzazione di cui alla Delibera del Direttore Generale pro tempore n° 3200/2012 Stessa denominazione, stesso numero di Comuni. La sola variazione della organizzazione interna (numero Strutture semplici e complesse) non può essere considerata motivo sufficiente e determinante per la decadenza dall’incarico di Direttore di Distretto a pochi mesi dalla verifica dei risultati e non dalla decadenza così come da molti (purtroppo addetti ai lavori) erroneamente ritenuto ed affermato. Infatti, tutti gli incarichi conferiti sono a tempo determinato proprio per consentire la verifica dei risultati ottenuti ed in base all’esito provvedere al rinnovo/ decadenza degli stessi Anche l’asserzione di “mancata autorizzazione regionale ” e di incarichi conferiti “provvisoriamente non trova conforto in nessun documento. L’ASP di Cosenza è stata forse l’unica Azienda che, ai sensi di quanto previsto dal DPGR n° 7 del 2010, ha provveduto, in coerenza con le linee guida degli atti Aziendali, alla riorganizzazione dei Distretti Sanitari riducendoli da 15 a 6.
Appare assurdo ed inverosimile che, un atto di riorganizzazione che ha determinato una drastica riduzione della spesa a fronte di un impegno notevole per l’ottimizzazione delle procedure atte ad assicurare una uniforme erogazione dei LEA, venga addirittura considerato quasi “abusivo” e pertanto comporti la decadenza dei Direttori di Distretto e la nomina di nuovi Direttori avvenuta senza il rispetto delle norme procedurali di accesso alle funzioni dirigenziali. Del tutto “strana” è altresì la percezione che, la stessa rigidità con la quale si è ritenuto di dover far decadere i Direttori di Distretto nominati nel 2013, non abbia trovato stessa applicazione su altre unità operative che non sono state per niente sfiorate da dubbi di legittimità e i cui responsabili sono stati ricollocati, confermati, non citati in alcun atto. Da cittadina calabrese, da dipendente dell’ASP di Cosenza, da mamma che vuol rassicurare i propri figli che il merito sia ancora un valore e non un handicap, chiedo che le figure istituzionali chiamate a verificare le procedure adottate dal Direttore Generale dell’ASP di Cosenza e rese esecutive con i seguenti Provvedimenti n°2129/2017, 237/2017,163/2018,182/2018,185/2018 allegati alla presente) esprimano il proprio parere e nel caso di non condivisione, adottino gli atti consequenziali”.
Dott.ssa Giuliana Bernaudo
di Francesca Lagatta