Un anno senza Stefania Restuccia

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Di seguito pubblichiamo la lettera di Cosimo Andriani, parente di Stefania Restuccia, la giovane 21enne calabrese morta dopo una lunga battaglia contro il cancro. Noi ne avevamo dato notizia qui: “Rombiolo (VV) piange la 20enne Stefania Restuccia, il commovente messaggio prima di morire: ‘Non sprecate il tempo’

 

Un anno senza te

Ho tanti tuoi ricordi bellissimi Stefania, tristezza ma nel contempo voglia di voler andare avanti, determinazione nel non abbattersi e di guardare la vita con il sorriso. Grazie al tuo ricordo non ci sentiamo soli, questo tu non lo avresti voluto.

Dobbiamo continuare a vivere per lei sorridendo anche a distanza di un anno, perché solo col sorriso sappiamo di continuare a renderla felice.

Un tempo cara Stefania, e ancora ricordo come fosse ieri tutti i bei momenti passati assieme. I tuoi consigli, le nostre risate, i nostri pettegolezzi; tutti vivono nel mio cuore mettendoli in moto in tanti momenti della mia vita, quando ne ho bisogno.

Se avessi la possibilità di riportarti qui con noi, ne approfitterei subito, non aspetterei altro istante che correre immediatamente per riabbracciarti. Da quando sei volata via tutto sembra diverso, le giornate trascorrono lente, a volte rimane offuscato quel momento vissuto insieme, come un arrivederci. Si cara “Stef” perchè il nostro non è stato un addio e sono consapevole che tu ora stai bene e ci sei realmente vicina, solo che spesso non ce ne accorgiamo. Mi mancano i tuoi mille modi di fare, di pensare, i tuoi silenzi. Siamo stati insieme fino all’ultimo giorno. Ti ho visto sorridere, piangere, soffrire, soprattutto cercare la speranza. I miei occhi hanno visto tutto di te ed è per questo che ti ho impresso indelebilmente nel mio cuore per sempre. Pesante è il macigno che mi impedisce di vivere appieno le mie giornate. Si, lo so, non dovrei pensarlo, perché i tuoi sorrisi, i tuoi occhioni blu cielo, il tuo ricordo, dovrebbero darmi sempre forza per il domani, per le persone che ti sono care. Confesso che a volte è parecchio difficile. Mi sono sempre chiesto se la vita deve essere questa, se il disegno di Dio è questo oppure perché Dio non vuole ascoltare le preghiere di una giovane ragazza nel fior della gioventù. Spesso mi dicevi: “Mimmo come fai ad avere così tanta fede?”.

Spesso non sapevo risponderti, scusa se mi limitavo a dirti di aver

fede. Ma sei stata tu a darmi le risposte, mi hai fatto capire che nella malattia e nella guarigione c’è un solo davvero segreto: la fede. Guarire prima nell’anima e poi, se possibile, nel corpo. Grazie per le risposte che sei riuscita a darmi, grazie per avermi fatto ritrovare quel sentimento che ognuno di noi possiede ma a volte non sa di conoscere.

Sapete qual è cari giovani? La nostra coscienza, quell’amore che abbiamo dentro che tante volte offuschiamo perché presi da cose terrene: è Dio. Dio che intercede presso di noi per portarlo al prossimo bisognoso. Noi siamo preoccupati di ciò che la gente può pensare, non concentrandoci su quello che noi pensiamo di noi. Dio è sempre presente, ci aiuta in ogni istante, tutte le cose non avvengono per caso; un aiuto da parte di un amico, una bella telefonata, quando in difficoltà troviamo poi la soluzione e ne usciamo bene. Ragazzi quello è Dio! Questo è il testamento che Stefania ci ha lasciato, nell’immobilità del suo corpo si era affidata alle sue mani diffondendo il suo amore. Il suo amore che era tanto grande per noi tutti, facendomi capire che non dobbiamo perdere mai noi stessi e di guarire il nostro cuore. Aveva ragione se non amiamo noi stessi per primi, come possiamo pensare di amare gli altri? Ragazzi, in qualsiasi momento della nostra vita che ci sentiamo smarriti, invece di restare chiusi nella nostra stanza, poniamo delle domande a Dio, cerchiamo di dialogare con lui per ottenere delle risposte. Gesù non ci abbandona, anche nei momenti di solitudine Lui sta operando per noi. Così invece di dire di non voler ne vedere ne sentire nessuno, stiamo attenti perché quel nessuno è Gesù. Vedete ragazzi quante parole escono dal cuore? Dio ci parla sempre, non rimaniamo accecati dal resto. Affidiamoci come Stefania si è affidata e fidata di Gesù.

Stefania era così, dalla sua sofferenza era diventata insegnante di vita, lanciando un messaggio importante verso noi giovani. Voleva far capire che possediamo dei grandi valori. Posso dire oggi di aver preso atto dei suoi consigli.

Per questo voglio dirvi: “ragazzi uscite dal buio che vivete, uscite i valori che avete dentro, realizzate i vostri sogni, amate la vita, scendete in campo portando i vostri progetti e se non ci riuscite, lottate, non vi arrendete!”.

Fate dono delle parole che vi ho detto. Stefania ha lottato con la sofferenza fino alla fine, quanti di noi sono coraggiosi a portare questa croce, quella di Gesù? Pochi, lei ha conosciuto Gesù e dal letto della sua sofferenza ci ha insegnato l’amore di Dio.

Un giorno quando era in ospedale, sveglia dopo tre giorni mi guarda, mi stringe la mano e mi dice: “Mimmo mio sto peggiorando giorno dopo giorno, prega per me e ricordati sempre le ultime due righe della poesia che ti ho scritto (“SCRIVO QUESTE RIGHE NON PERCHE’ CONVIENE MA SEMPLICEMENTE PERCHE’ TI VOGLIO BENE”).

Questo è stato il nostro saluto, quella mano che stringe forte la mia e con lo sguardo fisso verso sua mamma. “Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo”. Con queste parole Gesù istruisce la folla che lo circonda e lo accompagna nel cammino verso Gerusalemme su che cosa significhi seguirlo con cuore sincero. Un elogio grande va alla mamma Maria e al papà Domenico che con tanta forza sono riusciti a portare con Stefania la sua croce. Veramente con tanta fatica e con tanto amore sono riusciti ad alleviare le sue sofferenze. Ecco in Stefania c’era Gesù e i suoi genitori sono stati i suoi discepoli, tutti noi lo siamo stati e dobbiamo continuare ad esserlo, perché niente è davvero finito. Il suo amore non morirà mai. Grazie Stefania di cuore..

..e ti scrivo queste rime non perché conviene ma semplicemente perché ti voglio bene.

Cosimo Andriani