Lo stabile dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza
Se è vero come è vero che la sanità pubblica calabrese è malata, è altrettanto vero che le tasche degli imprenditori privati godono invece di ottima salute. In una regione commissariata da otto anni, la razionalizzazione dei soldi pubblici dovrebbe essere obiettivo principale per i vertici della sanità, in modo da poter garantire alla popolazione assistita di usufruire del diritto alla salute. E invece no.
In Calabria i tagli alla spesa pubblica sono all’ordine del giorno, nelle strutture mancano a volte materiali come garze, cannule e persino il filo per la sutura, poi mancano medici, le graduatorie sono bloccate o inesistenti a causa del disastro sanitario, così come infermieri, tecnici della riabilitazione, e così via.
Contrariamente, quando si tratta di fitti, la parsimonia è un concetto astratto. Si mantengono infatti inalterati da anni i canoni di locazione per l’ubicazione disseminata degli Uffici dell’Azienda Sanitaria provinciale di Cosenza. Uno spreco enorme da diversi svariati milioni di euro all’anno.
La legge sulla trasparenza ha fatto sì che, chiunque, possa adesso consultare il sito dell’ASP e scoprire gli altarini, ma ciò non ha spinto in alcun modo i vertici Asp a modificare i prezzo o a ridurli. Tanto meno gli organi preposti sono mai intervenuti per chiedere spiegazioni e valutare se dietro si celi, ad esempio, una sorte di speculazione, se per caso i locali presi in fitto appartengano in qualche modo agli “amici” o i soliti amici degli amici. Inoltre, si mantengono in locazione gli immobili a prezzi altissimi e spesso in unità prive di requisiti strutturali che poi vengono, dalla stessa Azienda, pretesi dalle attività sottoposte a vigilanza, pena interruzione dell’attività.
Basta dare un’occhiata ai documenti pubblici (quelli che vi mostriamo sotto si riferiscono al 2017, per capire che di sicuro c’è qualcosa che non torna. Alcuni prezzi sono decisamente fuori mercato e appaiono decisamente alti. Troppo alti.
Il dato più allarmante sembrerebbe la differenza di costi tra fitti attivi (ciò che l’Asp incassa) e fitti passivi (ciò che l’Asp spende) Un esempio su tutti, la proprietà della Rsa San Francesco di San Nicola Arcella paga 73200 all’Asp per l’occupazione di 3591 mq, per le Spedalità di Cosenza, l’unità operativa del direttore generale Raffaele Mauro per il controllo delle cliniche private, l’Asp paga un affitto di 52.939,53 euro per un immobile che è quasi dieci volte più piccolo, 380 mq.
Ma se si perdono cinque minuti per consultare i documenti, si noterà come le controversie siano molteplici.