Nella foto, una parte dei ragazzi dell’associazione “Teniamoci per mano” poco prima di servire ai tavoli della pizzeria La Stellina di Tortora
«Il 2018 per noi è un anno da festeggiare tutto, è il nostro decennale. C’è una mostra itinerante che si sta muovendo per diversi luoghi, a tempo, dieci pannelli, uno per anno, che attraverso foto racconta di noi, ma il progetto a cui teniamo di più, è quello dedicato ai ragazzi». A parlare è Franca Parise, poliedrica presidentessa dell’associazione “Teniamoci per mano”, la onlus che da dieci anni a questa parte si prende cura di ragazzi affetti da lievi o gravi ritardi, sia mentali che motori.
Un progetto, quello messo in campo dall’associazione, che si intitola “Verso l’autonomia”, che è un «percorso a tappe, sperimentazione di mestieri e arti, prima dal parrucchiere, poi dall’estetista per imparare la cura del corpo, fino alla cioccolateria di Cicciù (del maestro pasticcere Tonino Cicciù, ndr) per fare le uova di cioccolato, e qualche giorno la grande sfida: servire ai tavoli di una pizzeria, la Stellina di Giuseppe Sigari a Tortora, e curare la sala in ogni dettaglio, senza saltare la prima fase che è quella della preparazione della pizza». La disabilità, spiega nel dettaglio la Parise, è un limite solo per chi lo considera tale e non certo per i suoi ragazzi che nelle vesti di camerieri sono stati «fantastici e collaborativi, sono entrati nella “parte”, sono diventati responsabili e attenti ad ogni richiesta dei clienti-amici».
Pertanto l’esperimento sociale può dirsi riuscito e l’obiettivo raggiunto. «Quella sera – continua l’educatrice – i miei ragazzi hanno sperimentato il lavoro, che non è cosa da poco, di un addetto ad una sala di ristorante. Sono stati persino premiati dalle mance dei clienti entusiasti e dal calore con cui sono stati accolti».
La disabilità che diventa punto di forza e sfonda prepotentemente il muro del pregiudizio, trasformando ostacoli e diversità in uno stupefacente mix di entusiasmo e normalità. È questo, in sostanza, il fine che si è prefissato la onlus, che ha sede a Praia a Mare, e che per mandare avanti i suoi progetti, ignorata dalle istituzioni locali, fortunatamente trova conforto nella solidarietà sociale e nella generosità di imprenditori privati.
Servire ai tavoli, dunque, è stato solo l’ultimo tassello di un percorso lungo e tortuoso che negli anni ha visto questi ragazzi andare a cavallo, in visita dal Papa, cantare, ballare, disegnare, cucinare e fare tutto ciò che solitamente i loro coetanei considerano naturale.
Ma ora che hanno imparato a fare quasi tutto, avranno per caso intenzione di fermarsi? Certo che no: «Ci stiamo preparando alle nuove tappe del progetto: imparare a fare il pane, ma davvero, e intrecciare il vimini a Orsomarso. Aspettando il grande evento di giugno». Quando finalmente si potranno soffiare dieci candeline su una torta che sa di panna, di speranza e di civiltà.