L’ex direttore del distretto sanitario del Tirreno (nella foto) incaricata dal direttore generale dell’Asp di Cosenza di svolgere un ruolo per il quale non avrebbe i titoli
La vicenda potrebbe certamente scatenare l’ilarità di una barzelletta, se solo non fosse che in questo racconto non ci sono l’italiano, il francese e il tedesco, ma il solito direttore generale dell’Asp di Cosenza, Raffale Mauro, e le sue scellerate manovre incontrollate e impunite.
L’ultima, in ordine di tempo, è quella che vede protagonista (ancora una volta) l’ormai ex direttrice del Distretto del Tirreno Giuliana Bernaudo, una che ha pagato caro l’estraneità alla campagna elettorale piddina che si sta consumando in queste settimane sulla pelle dei pazienti nei vari ospedali e strutture sanitarie dell’alto Tirreno cosentino e che, dopo innumerevoli dispettucci, frecciatine e “avvertimenti”, una manciata di giorni fa è stata sostituita con Angela Riccetti grazie a una delibera clamorosamente illegittima firmata dal direttore generale dell’Asp.
La Bernaudo, sgomberato il campo, è stata poi mandata a dirigere, sempre da Raffaele Mauro, l’Unità Operativa igiene degli alimenti e della nutrizione. Ma questo incarico è ancora più illegittimo, se possibile, della delibera con la quale è stata letteralmente fatta fuori. La legge, infatti, prevede che il requisito per l’incarico sia la laurea in Medicina e Chirurgia, mentre invece la Bernaudo è laureata in Scienze Biologiche, con specializzazione in Patologia Generale.
La donna ha provato più volte a comunicarlo al direttore generale dell’azienda sanitaria provinciale cosentina, ma evidentemente per Raffaele Mauro la faccenda non è da prendersi in considerazione.
Giuliana Bernaudo ha così dovuto provvedere a tutelarsi diversamente presentando un esposto al procuratore della Repubblica di Cosenza Mario Spagnuolo. Nella denuncia si sottolinea che l’Asp di Cosenza, per volontà del direttore generale, le sta presumibilmente facendo commettere il reato di esercizio abusivo della professione medica.
«Le chiedo di intervenire con estrema urgenza», si legge in fondo alla pagina. E sarebbe anche ora.