La denuncia arriva dal gruppo politico “Ora”, in comunicato stampa che riportiamo integralmente di seguito
“In questi giorni è stato pubblicato sull’albo pretorio on line del Comune di Belvedere M.mo, un avviso che invita “i volontari ammessi a prestare servizio civile – giusta determina n. 371/2017 di approvazione della graduatoria – a presentarsi presso l’Ufficio Segreteria I^ Servizio, il giorno 10 Gennaio 2018.
Il comune di Belvedere, infatti, in seguito al bando per la presentazione di progetti del servizio civile nazionale per l’anno 2016, emesso dal Dipartimento della Gioventù e del servizio civile Nazionale, è stato ammesso per n. 4 posti di giovani volontari (18 – 28 anni).
Fin qui nulla di strano, ma la pubblicazione dei vincitori ha scatenato le proteste di molti cittadini che lamentano la scarsa pubblicità e diffusione del bando. L’esigua partecipazione, solo n.9 domande presentate lo dimostrerebbe.
Non è possibile che in un una cittadina con un tasso disoccupazione giovanile altissimo il bando abbia suscitato l’interesse solo di nove giovani. Ricordiamo che ai volontari in servizio civile nazionale spetta un assegno mensile di 433,80 euro.
La notizia, però, non è solo la scarsa diffusione del bando ma il fatto che tre su quattro degli ammessi (cinque sono stati esclusi perché non si sono presentati ai colloqui nel giorni stabiliti dalla Commissione esaminatrice) sono parenti di amministratori ed ex assessori. Il figlio dell’ex vicesindaco, il figlio del compagno dell’assessore alla cultura e la cugina dell’attuale vice sindaco.
«A pensare male si fa peccato, ma spesso si indovina…»”.
La vicenda sollevata adesso dal gruppo politico belvederese “Ora” è analoga a quella che la nostra redazione aveva sollevato nel Comune di Diamante nel settembre scorso, con sole nove domande presentate per il servizio civile nazionale e gli ammessi ai colloqui erano quasi tutti parenti di amministratori o dipendenti comunali (clicca qui per leggere l’articolo). In quel caso, dopo la pubblicazione dell’inchiesta, il Comune ritirò il bando apparentemente per un cavillo burocratico (clicca qui per leggere l’articolo) ma qualche giorno dopo i militari si introdussero nella casa comunale per acquisire gli atti e sottoporli all’attenzione della Procura (clicca qui per leggere l’articolo).