Praia a Mare, distrutta una tradizione centenaria: via la messa di Natale al santuario

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Praia a Mare, distrutta una tradizione centenaria: via la messa di Natale al santuario

È il secondo anno consecutivo sotto la direzione del nuovo rettore, don Franco Laurito
 
Del Santuario della Madonna della Grotta, e dei poteri che lo governano, ce ne siamo occupati in lungo e in largo. Per questo siamo stati trascinati in tribunale, dove il Pm ha chiesto l’archiviazione a nostro favore per ben due volte, ma la giustizia a queste latitudini è un concetto astratto, ancor più dello Spirito Santo, figuriamoci poi quando la religione va a braccetto con la politica.
Pertanto, è vero che i lettori, e in particolar modo i cittadini praiesi, sanno qual è la verità dei fatti, ma è altrettanto vero che ciò non è servito e non servirà a restituire loro quel santuario tanto amato che, al di là delle proprie convinzioni e del proprio credo, rappresenta indubbiamente la storia, le origini e l’identità di questo paese nato ufficialmente nel 1928, dopo essere stato per anni la frazione marina del Comune di Aieta.
Quest’anno per la seconda volta consecutiva la centenaria e solenne messa della notte di Natale, che raccoglieva migliaia di persone, non s’è fatta, perché per la prima volta nuovo il rettore, da ormai due anni e mezzo, non corrisponde al parroco della chiesa Madre di Praia a Mare, Sacro Cuore di Gesù, ed evidentemente conciliare diversi impegni sacerdotali risulta tanto difficile da dover rinunciare a qualcosa di unico e profondamente spirituale come lo era la celebrazione del 25 dicembre. Per credenti e non.
Ma in questi 30 mesi di nuova gestione, e cioè da quando don Franco Liporace è stato allontanato dal santuario da monsignor Bonanno per i futili e pretestuosi motivi di cui ormai siete tutti a conoscenza, i fedeli hanno lamentato anche degrado e abbandono del luogo sacro, condito da chicchiericcio, polemiche e malumori, tanto che anche per la celebrazione della consueta messa domenicale il numero dei presenti si è drasticamente ridotto. Qualcuno dice, sottovoce, che di questo passo si dovrà rinunciare anche a quella.
Ma tant’è. Il vescovo condannato (in via definitiva, ndr) continua a dettare legge infischiandosene delle volontà dei fedeli e del santuario della Madonna della Grotta, la legge non può intervenire perché non si ravvisa reato, la politica non apre bocca perché si serve dei prelati della curia cosentina e viceversa, mentre dal Vaticano sanno e tacciono, come sono soliti fare. I fedeli urlano ma nessuno li sente.
Non resta che sperare in un miracolo.
 

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