«Ecco perché ho denunciato il mancato pagamento della retta dei compagni di partito»

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«Ecco perché ho denunciato il mancato pagamento della retta dei compagni di partito»

Il tesoriere del Partito Democratico Francesco Bonifazi (nella foto) interviene dopo le polemiche dei giorni scorsi

Dopo le polemiche dei giorni scorsi per la lettera pubblicata su Il Corriere della Sera, il tesoriere dem Francesco Bonifazi, chiarisce, questa volta dal profilo facebook, i motivi che l’hanno spinto a denunciare i mancati pagamenti dei compagni di partito, tra cui il deputato calabrese Ernesto Magorno (clicca qui per leggere l’articolo) in un lungo post.
“Due giorni fa ho deciso di prendere la penna e scrivere ai miei colleghi parlamentari che erano rimasti indietro con i versamenti dovuti al partito. Questo obbligo – oltre che previsto nello Statuto – è stato sottoscritto da ciascuno di noi al momento dell’accettazione della candidatura. Io aggiungo che si tratta di un obbligo morale per chi come noi ha la fortuna di rappresentare la Repubblica Italiana dagli scranni del proprio partito, peraltro percependo uno stipendio oggettivamente privilegiato.
Il PD, da quando sono Tesoriere, ha dovuto affrontare un duro percorso di ristrutturazione dei costi sfociato, da ultimo, anche nella cassa integrazione per tutti i nostri dipendenti. A loro ho promesso che tutti i soldi che avrei recuperato da chi era in ritardo coi pagamenti sarebbero andati ad un fondo dedicato. Con la lettera di due giorni fa ho sortito delle polemiche, ma anche la reazione dei deputati e dei senatori del PD che stanno regolarizzando le loro posizioni. La richiesta vale anche per coloro che sono stati eletti nel PD e sono poi transitati in MDP e che devono ai lavoratori oltre 500.000€.
Sia chiaro che la mia richiesta si riferisce alle somme dovute fino a quando i colleghi hanno mantenuto la loro adesione al PD, non oltre. Insisto con un accorato appello: questi sono soldi per i lavoratori. Sono certo che compagni come i nostri colleghi, che sono adesso con il partito di Grasso e D’Alema, non mancheranno di rispettare i loro impegni come ha fatto ad esempio – e non ne dubitavo – Pierluigi Bersani. Perché anche i lavoratori sono liberi e uguali”.

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