Codacons: «I cittadini catanzeresi ‘cornuti e mazziati’, non devono pagare le perdite di una rete colabrodo: Sindaco chieda immediatamente i danni alla Sorical»
L’interrogativo: come sono state pulite Scuole e Uffici pubblici Scuole senz’acqua nei rubinetti e nei servizi igienici? La più elementare delle norme igieniche ignorata. Terzo mondo? No, o meglio, forse no, siamo solo a Catanzaro. Capoluogo di regione cronicamente assetato, per colpa di una rete idrica che definire fatiscente è un complimento.
Eppure il legislatore ha previsto un preciso obbligo per la Regione e per il gestore del servizio idrico integrato – sostiene Francesco Di Lieto del Codacons – provvedere alla manutenzione delle reti. Magari, invece di accanirsi contro i bimbi che giocano in strada, bisognerebbe puntare i riflettori sulle responsabilità di So.R.I.Cal., ovvero la società composta dalla Regione e dalla multinazionale francese Veolia, cui è stata affidata “la gestione, il completamento, l’ammodernamento e l’ampliamento degli schemi idrici…”. Praticamente i padroni dell’acqua.
Ma come possiamo ipotizzare che il Sindaco di Catanzaro possa mai rivolgere i suoi strali contro quella società di cui egli stesso è stato il massimo esponente? Chissà forse domani potrebbe ritornare in sella… e quindi zitto e acqua in bocca. Anzi solo zitto, perché l’acqua, come dicevamo, non c’è. Eppure qualcosina da contestare a Sorical ci sarebbe – continua l’avv Di Lieto – viste le somme che i Cittadini di Catanzaro versano, indirettamente, alla società proprietaria dell’acqua.
Il Codacons lancia una provocazione, proponendo al Sindaco Abramo di agire nei confronti di Sorical affinché restituisca alle casse comunali tutte quelle somme corrisposte dai cittadini Catanzaresi, negli ultimi 10 anni, a fronte delle innumerevoli perdite nonché indennizzare la città per i cronici disagi in cui è costretta a vivere e che finiscono per stravolgere le normali abitudini di vita.
Se vuole davvero farlo, siamo pronti a sostenerlo in questa battaglia di civiltà, afferma il Codacons. I presupposti normativi ci sono tutti – continua Di Lieto – riferendosi agli obblighi cristallizzati nel Testo unico dell’Ambiente. Occorre “solo” la volontà politica di tutelare Catanzaro. Già, tutelare Catanzaro. Intanto oggi le scuole sono regolarmente aperte, perché nessuno ha ritenuto di intervenire. Ci chiediamo, ma se ieri dai rubinetti non veniva fuori neppure una goccia d’acqua, come sono state pulite Scuole ed Uffici pubblici? Scuole chiuse o aperte, ai posteri l’ardua sentenza, ma perché sono le famiglie a dover decidere? Perché da palazzo de Nobili si tace? Evidentemente si confida in San Vitaliano. Ma il santo ci perdonerà se riteniamo che i Catanzaresi siano “cornuti e mazziati” – incalzano dal Codacons – infatti non solo si trovano perennemente senz’acqua ma devono, addirittura, pagare il costo della dispersione, delle enormi perdite e falle di una rete colabrodo. Per questa ragione riteniamo che pretendere la ripetizione dei costi delle perdite (che oggi paghiamo) sia oramai imprescindibile. Se la volontaria politica esiste – concludono dal Codacons – siamo pronti a supportare questa “guerra” con Sorical nell’interesse dirgli Utenti.
A questo punto il Codacons chiede al Sindaco l’immediata emissione di una ordinanza contingibile e urgente al fine di garantire la pulizia degli istituti scolastici che, a tutt’oggi sono ancora senz’acqua. Appare indispensabile una ricognizione di tutte le scuole cittadine per verificare le condizioni igieniche conseguenti la prolungata assenza di acqua.
La sospensione del servizio idrico – sostiene Francesco Di Lieto – ha determinato una evidente compromissione delle condizioni igieniche. Chiediamo al Sindaco di disporre, immediatamente, la chiusura di tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, pubblici, privati e parificati, ivi comprese le strutture educative ed assistenziali, presenti sul territorio comunale, per la giornata di lunedì 27 novembre, allo scopo di evitare che i bambini ed il personale scolastico siano costretti a svolgere le attività in precarie condizioni igienico – sanitarie ed al fine di scongiurare ogni possibile rischio collegato alla mancanza di acqua corrente.
Al contempo chiediamo – conclude Di Lieto – di monitorare le condizioni igieniche degli Uffici Pubblici per verificare l’agibilità dei servizi igienici-sanitari, quale forma di rispetto per i dipendenti e per l’utenza.