L’immagine di copertina è stata a scattata ieri a Cetraro dal fotografo Francesco Iacovo
Da ormai un paio d’anni nei cieli della Calabria, e specialmente in territorio cosentino, come abbiamo numerose volte testimoniato, accade di tutto. O almeno, da un paio d’anni a questa parte ce ne siamo semplicemente accorti (e abbiamo riportato tutto QUI). Così, dopo aver sdoganato il tabù degli strani fenomeni in cielo, sempre più persone hanno rivolto il naso all’insù e ci hanno segnalato i vari eventi che si sono susseguiti ad alta quota. Ma anche a bassa, bassissima quota.
Dopo gli incredibili boati, conseguenze del raggiungimento di vette di velocità che infrangono il muro del suono (parliamo di oltre 1000 km/h), sempre più spesso vengono pubblicate in rete le fotografie di voli degni di un pilota esperto di ginnastica artistica.
A tal proposito, la giornata di ieri si è dimostrata ricca di spunti. Da Cetraro alla Valle del Savuto, passando per San Giovanni in Fiore, gli utenti hanno immortalato le piroette di un aereo che forse di seguire la traiettoria non ne voleva sapere. Ammesso che la traiettoria da compiere fosse quella lineare che noi tutti conosciamo, fatta eccezione per il fenomeno dell’ortodromia, la strana curva (ma una!) che compiono gli aerei a volte per cambiare direzione a seconda delle esigenze. L’ortodromia avviene perché «se sullo schermo la loro rotta non appare tale – è scritto in un articolo di La Repubblica – è soltanto a causa dei problemi legati alla rappresentazione, su una superficie piatta, di ciò che piatto non è». E lo spiega meglio: «Se su un piano la distanza più breve tra due punti è una retta, su una sfera questo non è più vero e la linea di minore percorrenza è rappresentata da quella curva, con la gobba rivolta verso il polo, cui è stato dato lo strano nome di “ortodromia” e che viene proiettata sugli schermi di bordo».
All’interno delle aerovie, insomma, tutti gli aerei si devono disciplinatamente incanalare in modo da garantire, sotto il controllo degli enti del traffico aereo, la separazione minima necessaria ad evitare il rischio di collisioni in volo. Ma per le foto pubblicate la teoria dell’ortodromia non sembra possa applicarsi. Anche perché nei cieli di San Giovanni in Fiore più che una curva, pare si trattasse di un “quadrato”.