Paola: Luca Tritto, il volto calabrese della Fondazione Cultura Democratica

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Paola: Luca Tritto, il volto calabrese della Fondazione Cultura Democratica

Luca Tritto (nella foto) a Firenze, durante l’evento “Hubble – Lo spazio delle idee”, mentre si confronta con i giovani innovatori che hanno preso parte a uno dei 25 tavoli tematici 
 
Luca Tritto, 29 anni, originario di Paola. Una laurea triennale in Scienze Politiche (Cesare Alfieri, Firenze) nel cassetto e una Laurea specialistica in Relazioni Internazionali conseguita alla LUISS Guido Carli a Roma. Se non bastasse, c’è anche un master in Geopolitica e sicurezza globale a La Sapienza, Roma.
Oggi Luca è responsabile dell’area sicurezza della Fondazione Cultura Democratica, che da sette anni supporta e forma giovani innovatori nel settore delle politiche pubbliche. Uno dei progetti più importanti della fondazione è Hubble,  il cui nome si ispira ad uno dei più famosi telescopi al mondo e il suo obiettivo è quello «di coinvolgere i migliori giovani under 35 per l’elaborazione di idee innovative per la prossima Legislatura come contributo delle nuove generazioni al percorso di riforme italiano ed europeo». Il debutto lo scorso 21 ottobre a Firenze, dove per l’occasione sono arrivati oltre mille giovani da tutta Italia. All’evento hanno partecipato anche il primo cittadino, Dario Nardella, e il segretario nazionale del Partito Democratico, Matteo Renzi. Ma anche diversi parlamentari.
L’ennesimo cervello in fuga dalla Calabria? Forse, ma Luca Tritto in Calabria ci torna spesso per riabbracciare i suoi famigliari e forse tornerà anche per mettere a disposizione la sua professionalità e le sue capacità, in un futuro non troppo lontano.
Noi de La Lince abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lui, per saperne di più.
 
D. Cos’è che ti affascina della politica?
R. «Più che la politica, mi ha sempre affascinato la Storia, della quale la politica è elemento essenziale nella sua determinazione. Del resto, Machiavelli sosteneva che il buon politico debba rifarsi sempre alla Storia per carpirne i giusti insegnamenti. Avendo una grande passione per la lettura, era inevitabile che mi avvicinassi allo studio della politica, degli ideali, degli uomini e delle donne che l’hanno interpretata e costruita».
 
D. Quando hai cominciato a fare politica?
R. «In verità, non ho mai fatto politica attiva e non mi sono mai iscritto a un partito. Ho sempre preferito l’attivismo sotto la veste associativa di scopo. Ho iniziato con il volontariato grazie alla Comunità di Sant’Egidio in università, per poi partecipare alle attività di Cultura Democratica, all’epoca (2011) composta da giovani studenti. Trattandosi di un think tank, attraverso ricerche, studi e proposte legislative ci siamo confrontati sin da subito con il mondo politico, cercando di apportare, in veste innovativa, le idee dei giovani al percorso di riforme del Paese».
 
D. Cos’è il progetto Cultura Democratica? 
R. «Cultura Democratica è una fondazione composta da giovani under 35 la cui attività è finalizzata all’analisi delle politiche pubbliche e all’elaborazione di proposte legislative. Nel corso di oltre 7 anni di attività la Fondazione ha elaborato oltre venti disegni di legge, attualmente in discussione in Parlamento, nonché studi e analisi a supporto dell’azione di Governo. Numerose proposte sono state altresì elaborate al livello regionale ed europeo. Con i progetti “La tua Idea per l’Italia”, “Generazione Italia” e “Hubble” siamo riusciti a coinvolgere più di 6000 giovani in tutta Italia, selezionati in base al merito e alle competenze, per lo sviluppo di queste iniziative».
 
D. Attualmente di cosa ti occupi?
R. «Attualmente sono responsabile per i progetti in materia di sicurezza, antimafia e antiterrorismo, dai quali sono scaturiti disegni di legge sul tema della trasparenza, del contrasto alla criminalità di tipo economico e ai fenomeni criminali e terroristici su scala transnazionale, collaborando con gli attori del settore, il mondo accademico e quello politico. Inoltre, ho l’onore di occuparmi (insieme ad alcuni colleghi) della rivista scientifica della Fondazione, all’interno della quale sviluppiamo studi e analisi sulle politiche pubbliche dal punto di vista dei giovani. Tuttavia, ciò che conta per noi non è l’attività dei singoli, bensì i risultati raggiunti da un’intera generazione che crede nel futuro».
 
D. Credi che la Calabria ti avrebbe dato le stesse opportunità?
R. «Non sarebbe stato sicuramente facile realizzare tutto ciò in Calabria. Con questo non voglio assolutamente dire che non è possibile. Anzi, credo fermamente che sia compito di noi giovani (calabresi e non) convincersi che non esistono ostacoli insormontabili, come spesso vengono dipinti i problemi della nostra Regione e del nostro Paese in generale. Vivere esperienze simili in contesti diversi da quello di origine dovrebbe fungere da stimolo per provare a cambiare le cose che non vanno, a combattere quelle ingiuste e a realizzare quelle che riteniamo giuste».
 
D. Tornerai stabilmente nella tua terra? 
R. «Me lo auguro. Con tutto il cuore».
 
D. Cosa hai intenzione di fare in Calabria? 
R. «Sarebbe interessante poter mettere al servizio della collettività le esperienze che ogni giovane ha maturato lontano da casa e, magari, apportare un modello innovativo di partecipazione ed elaborazione di proposte basate su valori sani come giustizia, legalità, competenza».
E noi non possiamo che attendere il suo ritorno. La Calabria ha disperatamente bisogno di giovani come Luca Tritto.

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