«È inquietante la storia del bambino nato morto nell’abitazione della madre romena a Rocca di Neto, per cui già sarebbero state avviate indagini». Lo afferma, in una nota, la deputata M5s Dalila Nesci, capogruppo in commissione Sanità, che aggiunge: «Non è concepibile che accadano simili tragedie nel 2017 e non è pensabile che vi sia, in proposito, soltanto l’intervento della magistratura».
«È invece indispensabile – afferma la parlamentare 5stelle – che tutte le istituzioni si attivino, al fine di verificare se la madre del piccolo avesse fatto delle visite di controllo, se avesse agile accesso al consultorio e un medico di base, come si sostenesse economicamente e di quali notizie e strumenti dispongano i Servizi sociali del Comune di Rocca di Neto».
«In ogni caso, questo episodio, gravissimo, dimostra – sottolinea la deputata 5stelle – che l’accompagnamento al parto ha in Calabria delle grosse falle, su cui è necessario approfondire senza esitazioni, rinvii e sufficienza».
«Un bambino – conclude Nesci – non può morire al parto, addirittura in casa propria, per motivi che sembrerebbero, stavolta, da ricondursi a problemi sociali per cui esistono apposite strutture pubbliche. Nel merito presenterò nell’immediato un’interrogazione, non sopportando che la vicenda finisca appena dopo il clamore mediatico».