Dopo l’inaugurazione della struttura sanitaria di Praia a Mare (Cs), insieme a Gino Domenico Spolitu mi sono recato lì per una visita e per smentire chi la definisce completa e funzionante. Ad oggi si festeggia soltanto l’insegna d’ingresso con scritto “Ospedale”, il che offende i cittadini dell’Alto Tirreno cosentino. NON esistono, infatti, i reparti di Medicina e di Chirurgia e alle poche unità operative, Dialisi e Radiologia, manca personale; al punto che i tecnici dell’ultima devono occuparsi perfino dell’accettazione.
Mi chiedo come si possa inaugurare ciò che non c’è e poi, quando scoperti, promettere che verrà. Si tratta di una storia vecchia, che i cittadini dell’Alto Tirreno cosentino hanno già sentito, ma che oggi sono stanchi di riascoltare. La storia recente ci dice che in occasione dell’ultimo referendum qualche politico, e mi riferisco alla deputata Enza Bruno Bossio, subordinò l’apertura di Praia alla vittoria del “sì”, come se la salute fosse merce di scambio.
Ribadisco che l’apertura di Praia è un bluff: ad oggi non esiste alcun atto ufficiale che ricomprenda il presidio nella rete ospedaliera. È grave che la politica calabrese giochi semanticamente sulla pelle dei cittadini, promettendo di incatenarsi dopo tre anni di ostinato silenzio. Il Movimento 5 Stelle, attraverso i suoi portavoce in parlamento, ha prodotto innumerevoli atti per il rispetto della sentenza (del Consiglio di Stato) di riapertura dell’ospedale di Praia a Mare.
Renato Bruno, M5S
consigliere Comune di Scalea