27 anni, una Fede e un amore per Dio che si sono manifestati sin da bambino, un percorso profondo e coerente che è andato sempre di pari passo con quello del “collega” tortorese Pierpaolo Lippo, che l’ha preceduto di soli 30 giorni (clicca qui per leggere la notizia). Due giorni fa Roberto Oliva, ormai don Roberto, è stato consacrato a nuova vita con l’imposizione delle mani del vescovo della diocesi San Marco Argentano-Scalea, Monsignor Leonardo Bonanno, alla presenza del suo “maestro spirituale”, don Umberto Praino. E per la comunità di Praia, che ha riempito la parrocchia San Paolo Apostolo di località Laccata, è stata una festa molto sentita.
«Cari amici – scrive don Roberto dalla sua bacheca – GRAZIE di vero cuore a tutti per avermi raggiunto con l’affetto, la preghiera e la stima. Sono stato letteralmente travolto da una cascata di amore da parte vostra e del Signore che non dimenticherò mai: la prossima ora di adorazione eucaristica che vivrò prometto di pregare per tutte le vostre intenzioni».
Poi aggiunge: «Ieri sera tornando a casa non riuscivo ad addormentarmi e mi tornava in mente continuamente una frase: “Signore serviti di me come vuoi…!”».
Ed infine riporta la preghiera che ha letto ieri al termine della ordinazione diaconale:
“Un giorno Signore chiedesti ai tuoi discepoli: “Ma voi chi dite che io sia?”. Ti confesso che molte volte mi sono chiesto anche io: “Ma chi sei Gesù?”, senza trovare risposte facili, ho vissuto la ricerca nella domanda. Per diverso tempo ti ho cercato mentre mi lasciavi attraversare un pezzettino di deserto per gustare poi meglio il tuo volto.
Ho sentito parlare di te per la prima volta dalle affettuose preghiere di mia mamma e mia nonna Amalia e soprattutto dal caro parroco don Umberto che il 31 marzo 1990 mi apriva la porta della fede insieme a questa cara comunità parrocchiale, battezzandomi nel piccolo prefabbricato poco distante da qui… Lo zelo e la serietà di questo piccolo parroco di periferia mi ha innamorare di te.
Signore ho imparato conoscerti nella semplicità e nello stupore delle vie della mia contrada, dove ti confondevi nel sorrisi degli amici e nell’affetto dei familiari mentre crescevo con il desiderio di fare della mia vita qualcosa di grande. Per diverso tempo sei stato per me un amico sconosciuto, fino a quando – il mio cuore pieno della tua assenza – si è lasciato incontrare da Te e mi hai sussurrato: “Adesso seguimi!”.
Hai avuto la pazienza di aspettarmi e di prendermi per mano con tutti i miei limiti, facendomi comprendere che non basta una mente che calcola per raggiungerti ma un cuore che si lascia inquietare dal tuo amore per camminare insieme a te tra le persone che mi metti accanto. E sono proprio loro che mi insegnano a decifrare il tuo linguaggio: fatto di tenerezza, umanità, sacrificio, onestà e semplicità. Penso soprattutto alla mia famiglia imperfetta ma ricca di amore, agli anziani, ai detenuti, agli ammalati, ai tossicodipendenti, ai padri in cerca di lavoro, alle madri che piangono i figli morti troppo presto, ai giovani costretti a fuggire via da questa bella ma amara terra…
“Ma voi chi dite che io sia?”
Perdonami Signore se anche stasera non riesco a risponderti, ti basti sapere che ancora ti cerco, chiedendo di Te ai poveri in spirito, ai misericordiosi, a coloro che piangono, agli afflitti, ai puri di cuore, ai perseguitati per la giustizia, ai miti, a quelli che hanno fame e sete della giustizia e agli operatori di pace. Insieme a loro mi metto al servizio del Regno di Dio del quale la Chiesa è soltanto un piccolo germoglio su questa Terra.
La tua Madre, la Madonna della Grotta, mi accompagni in questo cammino che da oggi ancor di più affido alle preghiere di tutti i santi – anonimi e sconosciuti – e all’affetto di tanti amici e compagni di viaggio che sono con me questa sera e con Te posso dire di volere bene a tutti loro”.
«Grazie, Roberto».