(Fonte foto: Il resto del Carlino)
“In molti Stati, come il nostro, la droga è vista come un problema marginale da affrontare secondariamente, come se l’abuso di sostanze stupefacenti e psicotrope, fosse un vizio e non una grave forma di dipendenza. Educare, prevenire, curare. Non incarcerare.
Per le tossicodipendenze non servono né il carcere né i ricoveri coatti. Alla tolleranza zero, bisogna opporre una strategia dell’accoglienza sociale per la persona e le famiglie che vivono il dramma della droga, a partire dalla depenalizzazione delle condotte legate al consumo.
Vanno sostenuti quanti, con approcci culturali e metodologie differenti, da anni sono impegnati a costruire percorsi personalizzati e perciò efficaci di prevenzione, cura e riabilitazione considerando le strategie di riduzione del danno come parte integrante della rete dei servizi.
Per vincere questa battaglia serve determinazione politica per portare avanti reali azioni di prevenzione, di recupero e di riduzione dei danni correlati all’abuso di droga e
cooperazione internazionale per le azioni di lotta al traffico e al riciclaggio.
Associata a queste azioni, deve essere prevista una normativa di depenalizzazione del possesso di stupefacenti, nell’ottica della non criminalizzazione del consumo.
E’ necessario trovare una risposta alla necessità di un approccio globale, pluridisciplinare e integrato in materia di lotta alla droga.Tutto questo deve essere sostenuto con passione, convinzione e amore dall’intera comunità, solo lavorando insieme si possono creare società più sane e sicure dove far vivere e crescere i nostri figli”.
A.Z.