(Fonte foto: dal web)
«Non so se questa storia dell’ordinanza sulla ZTL per le persone disabili è vera ma se lo è, è grave davvero. E’ inaccettabile! Per la mia condizione sono costretto a comunicare tutte le volte che passo nella città, visto che è tutta ZTL. Se vai A Roma, la Capitale, comunichi una sola volta il tuo diritto al transito e vale tutto il periodo di permanenza. Perchè mai devono sapere quante volte passo da…? Perchè??? L’ordinanza Lede il diritto alla mobilità delle persone con disabilità ed ancor più gravemente lede il diritto alla privacy. Se ci vogliono pari nei doveri, inizino a volerci pari anche nei Diritti. Siamo disabili non fessi, non uomini di seconda fascia. Speriamo sia una bufala».
E invece non è. Le ipotesi interpretative di un’ordinanza avanzate in un post da un utente cosentino che vive sulla sedia a rotelle, sono più che fondate. L’ordinanza riguarda le Zone a Traffico Limitato a Cosenza e da una lettura velo dà l’impressione, come si legge sul web, che «da una iniziativa a favore delle persone disabili è diventata una discriminazione». In sostanza, ogni volta che un’autista disabile prende l’auto e attraversa uno di quei varchi, deve telefonare agli agenti della Polizia locale e poi inviare una email. Ogni volta. Se per esempio in una giornata decide di fare avanti e indietro quindici volte in una zona a traffico limitato, quindici volte dovrà avvisare gli agenti. E tutte le volte il diritto alla privacy andrà in frantumi insieme alla pazienza.
“Durante il transito nelle zone a traffico limitato (o subito dopo) – si legge nella controversa ordinanza – dovranno chiamare il numero della Polizia municipale 0984-813760 per comunicare che hanno diritto ad attraversarle senza incorrere in sanzioni. Successivamente, dovranno inviare una mail al Comando per come verrà loro indicato”.
Ma, come al solito, è del tutto impossibile far chiarezza sulla vicenda. Se una volta dagli uffici comunali fanno sapere che il metodo adottato è momentaneo e serve per organizzarsi, dall’altro si risponde che la direttiva è un vanto perché elude ogni tentativo di abuso da parte di autisti “normodotati”.
Così è, se vi pare. Pirandellianamente parlando.
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