Caso Marlane, quale forza politica si cela dietro tutto questo insabbiare?

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Caso Marlane, quale forza politica si cela dietro tutto questo insabbiare?

Nei giorni passati il NOE di Catanzaro ha provveduto al sequestro, neanche tanto preventivo, dell’area adiacente allo stabilimento di proprietà della ENI denominato Marlane (ne abbiamo aprato qui), ex proprietà dei Marzotto di cui comunque Pietro Marzotto deteneva un posto come dirigente.
Ancora, qualche giorno prima i dodici imputati venivano assolti in secondo grado dalle accuse mosse nei loro confronti (ne abbiamo parlato qui), per la morte di 94 dei 159 tra lavoratori e parenti degli stessi ammalatisi, si presume, a causa degli agenti chimici che venivano utilizzati in fase di lavorazione delle stoffe. In particolar modo l’occhio è puntato sulla tintoria.
Premettendo che non siamo un tribunale e rispettiamo le sentenze e chi scrive non è un giudice, vorremmo solo capire perché i lavoratori della Marlane ed i loro parenti non rientrano nelle medie per i malati oncologici in questo territorio, vorremmo capire a cosa serviva il latte che per molto tempo veniva fornito con l’obbligo di consumo durante i turni in tintoria, vorremmo sapere cosa contenevano, e ci arriveremo, quei fusti interrati di notte senza etichetta.
Perché di notte? Perché senza etichetta? Perché alla sola apertura dei fusti lacrimazione e difficoltà respiratorie erano frequenti? Perché non venivano utilizzati adeguatamente dispositivi di protezione personale? Perché tutti i morti che esulano tutte le statistiche di numero di malati per mille abitanti?
Siamo in possesso di analisi chimiche sul territorio dello stabilimento che indicano una presenza assolutamente fuori dal normale di cromo esavalente. Prodotto assolutamente riconosciuto come altamente cancerogeno, ed inserito anche dal sistema sanitario nazionale come sicura causa di tumori della prostata. Troppi punti oscuri sulla vicenda Marlane, ma la documentazione è reale e consultabile, pagata da un gruppo di parenti delle vittime ed effettuata da luminari della chimica.
Allora quale forza politica si cela dietro tutto questo insabbiare, e non solo bidoni, presenti tutt’ora nel sottosuolo adiacente, come può la coscienza comune smettere di preoccuparsi per una delle più grandi stragi silenziose del manifatturiero italiano?
Eppure può, tutti i giorni camminiamo, corriamo e portiamo il cane a spasso proprio a pochi metri da quella che è una bomba ecologica, un mostro.
Le fonti alla base di questo piccolo input che tratteremo approfonditamente nei prossimi giorni sono testimonianze agli atti e referti firmati e messi agli atti del tribunale di Paola.
L’uomo è fallibile, la legge è degli uomini, quindi purtroppo può capitare anche che…
di Albino Console

Albino Console, 37 anni, si è diplomato al liceo classico Aldo Moro di Praia a Mare e si è laureato in Infermieristica ed Ostetricia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, specializzandosi in seguito in rianimazione cardio polmonare d’urgenza e maxi emergenze. Dopo aver lavorato presso un ospedale d’eccellenza del sud Italia e privatamente sull’alto Tirreno cosentino, da qualche tempo si dedica all’attività di blogger per la testata giornalistica on line La lince – La penne nella piaga, con maggiore riguardo per gli argomenti che riguardano la sanità del suo territorio.  Da qualche tempo ha intrapreso il percorso che lo porterà a diventare un giornalista pubblicista e a breve pubblicherà il suo primo romanzo.  

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