(La foto è puramente illustrativa. Fonte foto: dal web)
Lo comunica per prima l’agenzia Ansa: è stato scoperto che una ditta di pompe funebri dell’alto Tirreno cosentino non presenterebbe la dichiarazione dei redditi dal 2012 e che in regime “quasi monopolisitco” abbia incassato oltre 400mila euro evadendone 100mila circa di tasse.
Noi de La Lince riportiamo la notizia solo in tarda serata, quando abbiamo sentito alcune ditte funebri che hanno escluso qualsivoglia tipo di controllo presso le loro azienda. Ma non lo scriviamo, ci limitiamo a riportare il comunicato dell’Ansa (clicca qui per leggerlo) per non sbagliare, perchè, vista l’ora, non possiamo effettuare ulteriori controlli.
Ma diamo vita, come al solito, ad un’aspra polemica su facebook quando condividendo il post sulle pagine dei social, chiediamo chi sarà mai la ditta interessata permettendoci di dare due indizi: che non è Tuoto, con sede a Marcellina e a Verbicaro, e che noi abbiamo sentito, e che l’azienda coinvolta “offre sul territorio servizi funerari in regime quasi ‘monopolistico’”. Non lo scriviamo noi, ma l’Ansa, la più autorevole agenzia di stampa italiana. Aggiungiamo inoltre «su, non è difficile», dal momento che le ditte di pompe funebri sono decine sull’alto Tirreno ma solo alcune più conosciute di altre.
Nel frattempo vengono diffusi da altri organi di stampa le dichiarazioni delle ditte Tarallo e San Benedetto, che precisano di essere entrambe estranee alle operazioni del suddetto controllo. Qualcuno lo precisa sotto il nostro post e noi clicchiamo persino il “mi piace” per confermare quanto dichiarato, ovvero che non si tratti di loro.
Ma nella medesima pubblicazione irrompe un utente, che scrive: «Buona sera signorina Lagatta, sono Rocco Caliò presidente pro tempore della Cosfit – comitato spontaneo imprese funebri italiane – le scrivo per esternarle la nostra contrarietà per come svolge il suo lavoro da giornalista, a mio parere scorretto, infantile e poco professionale. Ci tengo a dirle che è proprio l’impresa Tuoto ad essere interessata dell’inchiesta. Mi auguro che rettifichi presto il suo post. Altrimenti uscuremo come comitato con un comunicato stampa. Mi auguro colga il nostro e mio invito alla rettifica. Buona giornata».
Prendiamo immediatamente atto del nostro presunto errore e lo invitiamo a mandare un comunicato ufficiale, che pubblicheremmo integralmente. Ma che non è arrivato e presumiamo non arriverà. Insistiamo di mandarci una nota e risponde che prima di scrivere, noi dovremmo rivolgerci alle autorità, così come ha fatto lui. Lo avremmo fatto comunque, ma anticipiamo i tempi in seguito alla sua sollecitazione.
Ebbene, scopriamo che:
- Nessuna delle ditte poteva ritenersi coinvolta dalla notizia poichè il controllo non si riferisce alla giornata di ieri ma addirittura a diverse settimane addietro. E’ solo un caso che la notizia sia uscita ieri. Quindi nessuno ha detto bugie rispondendo alla domanda: «Siete stati per caso oggetto di verifica da parte della Guardia di Finanza nelle ultime ore?»;
- le operazioni si riferiscono a una serie di controlli, e non a un solo controllo mirato, che vanno avanti da tempo;
- la Guardia di Finanza non rivela neppure a noi il nome in quanto si tratta di notizia ancor tutte da verificare, comprese le cifre, e precisa: «Il nostro obiettivo era quello di far sapere che lo Stato c’è e punisce chi non paga le tasse facendo un torto a chi le paga, non vogliamo crocifiggere nessuno». Ci si chiede a questo punto chi e perchè abbia riferito a Caliò che si tratti (presumibilmente) di Tuoto;
- sulla falsa riga del nostro post, è la Guardia di Finanza che dà, forse involontariamente, un indizio a noi: «La ditta in questione si occupa ANCHE di pompe funebri».
Certi di aver fatto anche stavolta il nostro lavoro, e cioè aver verificato le fonti e aver scritto tutto ciò di cui siamo a conoscenza senza favorire o diffamare qaulcuno, contiuiano a chiederci e a chiedervi: chi è la ditta di pompe funebri che si ipotizza evada le tasse? Lo sappiamo che certe domane non piacciono, ma siamo nel giusto e continueremo a farne.
Francesca Lagatta
Direttrice Responsabile de La Lince