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(ANSA ) – Il portavoce del governo spagnolo Inigo Mendez de Vigo ha detto dopo la riunione settimanale del consiglio dei ministri che domenica “non ci sarà alcun referendum in Catalogna”. Madrid ha inviato più di 10mila agenti di polizia in Catalogna per impedire il voto. Il governo catalano del presidente Carles Puigdemont dovrà “rispondere davanti ai tribunali” per la “grave slealtà istituzionale” di cui si è reso responsabile. “Siamo in presenza di un processo di disobbedienza costituzionale – ha accusato il portavoce del governo – contro una democrazia europea consolidata e prestigiosa come quella spagnola, in pieno XXI secolo”.
L’Agenzia di Protezione dei Dati del governo spagnolo ha minacciato di imporre multe fino a 600mila euro alle persone che formeranno i seggi elettorali al referendum catalano di domenica, dichiarato “illegale” dalla Spagna. Le multe potrebbero essere imposte per “l’uso fraudolento”, secondo l’agenzia spagnola, dei dati dei 5,3 milioni di elettori catalani. Il governo di Madrid ha inviato oltre 10mila agenti di polizia in Catalogna per impedire il referendum.
Il referendum di indipendenza catalano di domenica si terrà nonostante il blocco deciso dal governo di Madrid, ha detto oggi il vicepresidente catalano Oriol Junqueras. Sono chiamati al voto 5,3 milioni di cittadini catalani e saranno aperti 2.315 collegi elettorali con 6.249 seggi.
Domenica si voterà “pacificamente” dalle 8 del mattino alle 20 nonostante il veto di Madrid, ha detto il portavoce del governo catalano Jordi Turull nella conferenza stampa di presentazione del voto. “Nè il governo nè i cittadini della Catalogna stanno facendo nulla di male”, ha affermato il vicepresidente Oriol Junqueras, denunciando “lo stato di eccezione” instaurato da Madrid.
Con le migliaia di agenti inviati in rinforzo in Catalogna negli ultimi giorni sono ora oltre 10mila gli uomini della Guardia Civil e della Policia Nacional nella regione ‘ribelle’ con il compito domenica di impedire lo svolgimento del referendum di indipendenza, ha indicato oggi il ‘ministro’ degli interni catalano Joaquim Forn.
Il premier spagnolo Mariano Rajoy non parteciperà al vertice informale Ue sul digitale a Tallinn. Lo si è appreso da fonti Ue. L’assenza di Rajoy è legata alla necessità di restare in Spagna per seguire da vicino il referendum sull’indipendenza della Catalogna in programma domenica. Il Parlamento basco ha espresso oggi “appoggio e rispetto” al referendum di indipendenza catalano previsto domenica e dichiarato “illegale” da Madrid. In un documento approvato con i voti del partito nazionalista moderato Pnv del premier Inigo Urkullu e degli indipendentisti di Bildu, il parlamento basco si oppone a qualsiasi misura repressiva dello Stato spagnolo per impedire lo svolgimento del voto il primo ottobre.
In una lettera ai colleghi delle 27 capitali Ue il sindaco di Barcellona Ada Colau ha chiesto oggi una mediazione della Commissione Europea nella crisi catalana. Colau, eletta con Podemos, sottolinea che il conflitto catalano non è una questione interna spagnola e deve essere affrontato nella sua dimensione europea. L’Europa afferma non può non reagire alle minacce ai diritti e alle libertà fondamentali che l’offensiva di Madrid provoca in Catalogna.
“Rispettiamo l’ordine costituzionale della Spagna”. Così un portavoce della Commissione Ue, Alexander Winterstein, ribadisce la posizione dell’esecutivo comunitario, alle domande dei giornalisti.
Se vince il ‘si’ al referendum di domenica, “illegale” per Madrid, il parlamento catalano potrebbe votare una dichiarazione di indipendenza già nel giro di 48 ore, ha affermato il ‘ministro degli esteri’ di Barcellona Raul Romeva in dichiarazioni a Bruxelles ripresa da El Pais. Il presidente Carles Pigdemont ieri ha però affermato che una ‘Dui’, Dichiarazione Unilaterale di Indipendenza al momento non è sul tavolo del governo.