“Dai colleghi si levano grida disperate. Riceviamo sempre più segnalazioni di singoli casi che riguardano l’abbandono della professione. Storie molto simili, colleghi spesso tra i 40 ed i 50 anni, oggettivamente frastornati, impauriti dall’idea di dover cercare un altro modo per tirare avanti. Storie di contratti da disdire, studi da lasciare, umiliazioni che mettono a dura prova l’autostima e la voglia di non abbattersi, di credere in se stessi.
Se sul piano individuale ciò che possiamo fare è invitare i colleghi in difficoltà a cercare una strada, a non abbattersi, non isolarsi, confidandosi con chi resta, senza provare vergogna, sul piano politico l’amarezza e la rabbia sono tante.
In questi mesi c’è chi ha organizzato Kermesse, manifestazioni patinate, autocelebrazioni, che stridono fortemente con i drammi che, sempre più spesso, vive l’avvocato medio italiano.
Sobrietà e vicinanza fattiva ai colleghi dovrebbero essere una regola, ogni spreco andrebbe bandito, ogni tentazione verso l’ostentazione dovrebbe essere rigettata.
NAD (scopri cos’è e di cosa si occupa consultando il sito www.nuovaavvocaturademocratica.org/) ha il dovere di dare voce a chi non ha voce. Non possiamo andare avanti così, nell’indifferenza e nella strafottenza di chi dovrebbe vivere questi drammi come un’emergenza totalizzante, ma passa il tempo a farsi o ad aumentarsi stipendi, senza muovere un dito per combattere questo triste declino”.
Avvocato Alessandro Cantelmo, componente dell’associazione Nuova Avvocatura Democratica