Ospedale di Praia a Mare: altro che contestazioni, per la politica applausi e boccioli di rosa

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Ospedale di Praia a Mare: altro che contestazioni, per la politica applausi e boccioli di rosa

(Un momento dell’incontro di questa mattina)
Doveva essere una mattinata caotica e all’insegna della protesta cittadina, con tanto di «lancio dei pomodori e della uova», avevano minacciato sul web, al punto che la visita dei due parlamentari Enza Bruno Bossio ed Ernesto Magorno presso il nosocomio di Praia a Mare, nelle ultime ore stata messa in dubbio più di una volta.
E invece questa mattina non solo non c’è stata nessun lancio (fortunatamente, ndr), ma non c’è stata nemmeno la contestazione, e a dire il vero scarseggiavano pure i cittadini del comprensorio. In una stanza, comunque gremita, che poteva contenerne un centinaio o poco più, le sedie sono state occupate principalmente dai dipendenti dell’ospedale, dai rappresentanti di categoria e di associazioni e da un folto numero di giornalisti.
Doveva esserci la protesta, dicevamo, perché i cittadini avevano accusato i due parlamentari di venire a fare «la solita passerella politica» e venirsi a prendere meriti forse immeritati. Ma innanzi alle telecamere, e alle domande dei cronisti, i due dem calabresi hanno convinto così tanto il pubblico sull’imminente riapertura dell’ospedale che il pubblico stesso li ha premiati con numerosi applausi e successive strette di mano. Altro che contestazione.
A Magorno è andata anche meglio. Poco dopo il suo arrivo nel piazzale della struttura sanitaria, una donna è corsa nei pressi del bar, dove spicca un roseto, per chiedere estasiata: «Posso prendere un bocciolo di rosa? Vorrei donarlo all’onorevole Magorno». Una quiete (anche se non sappiamo se l’omaggio floreale sia stato recapitato) auspicata in una nota dei giorni scorsi dal primo cittadino praiese, Antonio Praticò, che questa mattina ha ribadito ancora una volta il concetto: «Stiamo lottando tutti per lo stesso obiettivo, non abbiamo motivo di attaccare nessuno né di creare divisioni, dobbiamo rimanere tutti uniti».

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