(Nella foto, Luigi Guglielmelli. Fonte foto: Ottoetrenta)
Riceviamo e pubblichiamo
Gentile Luigi Guglielmelli,
siamo d’accordo con lei: “Quanto accaduto lo scorso 5 settembre merita l’attenzione di tutti i cittadini calabresi”; dunque, provvediamo a integrare le sue informazioni imprecise.
In un paese in cui si rimanda tutto, si è deciso, con un preavviso di sole 24 ore, di anticipare un incontro al Ministero per le infrastrutture tra il Direttore Generale, Ornella Segnalini, e i sindaci coinvolti nella realizzazione della s.s. 106 TER. Inizialmente l’incontro era previsto per il 6, ossia per il giorno successivo all’incontro previsto da RASPA e dal LUA e alla diffusione dell’appello-manifesto contro il tracciato previsto dal progetto attuale. Il 4 settembre i sindaci sono stati, in tutta fretta, convocati per il giorno successivo.
Non abbiamo ben compreso perché “durante la riunione si sia resa necessaria la presenza degli assessori Regionali Musmanno e Russo” che, “seguendo le direttive del Governatore Oliverio”, erano addirittura chiamati a tutelare “l’interesse generale”. Interesse che, a quanto sembrerebbe dalle sue parole, non sarebbero tutelati sufficientemente dai nostri sindaci. I sindaci sono incapaci di tutelare l’interesse generale delle comunità che rappresentano? O probabilmente lei ha un’idea diversa di interesse generale. Per noi di RASPA l’interesse generale sarebbe rispettato adeguando, ove possibile, il tracciato esistente agli standard di sicurezza europei. Un’idea ben discorde dalla sua, visto che chiede “l’avvio immediato” di una delle grandi opere inutili partorite dalla Legge Obiettivo del 2001, alla luce del fatto che “in Calabria non ne vediamo da decenni”. Perché? Per fare tanto per fare? Di certo non per soddisfare interessi generali: a noi gli interessi di una strada che costa più di 30 mila euro al metro sembrano piuttosto particolari.
Ma veniamo a noi. Sappia che il 5 settembre, a Villapiana, non si è tenuto affatto “un incontro partecipato da molti importanti proprietari terrieri dell’alto jonio cosentino che – infuriati per qualche centinaio di metri quadri che saranno loro espropriati per la realizzazione della nuova strada – bocciavano il progetto ormai definitivo dell’opera come un ‘disastro ambientale’ proponendo il raddoppio dell’esistente”. Si trattava, invece, di un consesso cui hanno partecipato importanti relatori che hanno motivato in modo SCIENTIFICO le posizioni di RASPA e del LUA rifiutando un’opera INUTILE che sfregia in modo IRREVERSIBILE i nostri territori.
Inoltre, seguendo la discutibile logica delle sue allusioni, anche i tre sindaci che hanno aderito all’appello-manifesto di RASPA e del LUA e che, per cause di forza maggiore, non erano presenti all’incontro del 5, sarebbero dei proprietari terrieri, vero? Anche perché, al contrario di quello che si vuole far credere, i sindaci sono tutt’altro che compatti e favorevoli all’opera così com’è.
Siamo, però, raggianti nell’apprendere dalle sue dichiarazioni che raddoppiare il tracciato esistente non sarebbe possibile “poiché i costi necessari imporrebbero all’opera costi ben più alti di quelli previsti con il rischio concreto del disimpegno dei fondi stanziati per l’opera stessa”. Questo, infatti, presuppone che lei sia in possesso di uno studio che dimostri quanto afferma.
RASPA e gli esperti contattati dubitano che l’adeguamento del tracciato esistente possa costare più della costruzione ex novo della strada. Tuttavia, vista la sicumera con la quale si esprime, le chiediamo di poter visionare i costi di fattibilità che dimostrano quanto dice. Noi, si sa, siamo degli utopisti, degli illusi, e crediamo alla buona fede di tutti, fino a prova contraria.
Ci offende profondamente − e le chiediamo di ritrattare quanto sostenuto e di presentarci le sue scuse formali − che lei possa pensare che dei liberi cittadini organizzino un incontro non per difendere − come sancito dalla costituzione che il suo partito voleva modificare − il territorio e tutelare il paesaggio, ma per tutelare le nostre proprietà (quali?) e “danneggiare i residenti e i cittadini, arrivando addirittura a prevedere l’abbattimento delle loro case”.
Questa è un’affermazione di cui si dovrebbe vergognare: o forse ritiene che il nuovo tracciato − ben più dannoso e invasivo − non preveda l’abbattimento delle case di altri cittadini? Non hanno questi la stessa dignità di quelli? A proposito, ha dato un’occhiata agli espropri?
Siamo noi, infine, a sottolineare l’apporto politico e il servizio pubblico inesistenti, forniti dal suo partito ai nostri territori, svenduti per interessi di natura ben diversa da quelli generali. Oppure credete che potete fornirli riunendovi in salette private, impermeabili a qualsiasi confronto con i cittadini, con la sola presenza di politici interni al PD e di associazioni create ad arte. Ad arte è creata “Basta vittime sulla 106”, per sponsorizzare non la messa in sicurezza della s.s. 106, ma il progetto di 1.234,7 milioni di euro che vi sta tanto a cuore, per motivi che preferiamo ignorare. Comprendono essi l’utilità pubblica? E questa non è forse soddisfatta dall’adeguamento del tracciato esistente?
I relatori presenti all’incontro erano tutti TECNICI, incluso Domenico Gattuso. Gattuso è un tecnico di primissimo ordine i cui dati, al limite, possono essere contestati nel merito e non con volgari insinuazioni. La presenza di Morra è stata spontanea, ma sicuramente gradita. Anche perché non motivata dalla difesa di interessi particolari. Quali poi? Di chi?
“Tutto ciò non può passare inosservato”, dice. E le garantiamo che sarà proprio così.
L’incontro del 5 settembre è solo l’inizio e staremo a vedere se per i nostri sindaci avrà più peso la presenza ricattatoria della regione o la loro esplicita volontà di difendere, non l’interesse di qualcuno, come temiamo faccia il suo partito, ma la collettività, come faceva il partito dal quale, immeritatamente, avete avuto origine e dal quale siete distanti anni luce.
Trebisacce, 11 settembre 2017
N.B. Per correttezza di informazione riportiamo il comunicato stampa inviatoci da Raspa relativo all’incontro del 5 settembre scorso.
“Palloni gonfiati sul 3° megalotto della 106, ma la partita è tutta da giocare
Ma voi pensate davvero che vi lasceremo fare quello che vi pare sul nostro territorio e alle spalle della gente? Su chi pensate di contare? Quanti compari e amici degli amici avrete mai ancora? Tanti, fatevene tanti, perché laddove ci sarà uno spirito libero, isolato e offeso dalla vostra inconsistenza di politici, amministratori e uomini, là continuerete a trovare uno di noi a remarvi contro, a rompervi le uova nel paniere, a offrire alternative libere alle comunità. E dotatevi anche di altri imbrattacarte e scribacchini arruffoni, appecoronati, asserviti alle vostre logiche di spartizione perché quei pochi che ci daranno spazio e che continueranno a seguirci con onestà e spirito critico vi faranno scoppiare la bile.
Insistete a tenervi sulla testa quel cielo di carta che oscura e riduce le vostre menti già limitate; su, allestite intorno a voi l’ennesimo teatrino di figuranti perché tanto ci sarà sempre uno di noi che strapperà quel fragile baldacchino e vi farà vedere che c’è spazio per altro, che i ciucci non volano ma che gli uomini possono farlo, che il nostro destino seguirà rotte ben diverse rispetto alla strada che ci propinate.
Noi, quattro gatti, non siamo nessuno, è vero. Ma sarà bello seguire il percorso di quella goccia di sudore freddo che uno di quei gatti vi avrà provocato con la propria indipendenza, con la sua libera intelligenza. E continuate ad andare su e giù, a Roma o nello studio di qualche sottosegretario, a elemosinare uno svincolo, un po’ di cemento in più che corrobori la vostra mente piccina, che abbellisca il cortiletto e il quartierino a voi o ai vostri compari. Ci sarà sempre uno di noi che presidierà quel pezzo di cemento facendone la bandiera dei vostri fallimenti di uomini e di amministratori.
è un po’ questo il sunto dell’incontro che si è tenuto ieri, 5 settembre, nella sala congressi del centro polivalente di Villapiana. Ai relatori, Rosanna Anele, Domenico Gattuso, Ferdinando Laghi e Mario Pisani, che hanno suffragato le ragioni del raddoppio della sede attuale della s.s. 106 con le loro competenze e la loro immensa disponibilità, si è aggiunta la libera partecipazione popolare. Tutti loro, insieme a RASPA e al Laboratorio di Urbanistica e Architettura (LUA), hanno ribadito, qualora ce ne fosse bisogno, che la partita è tutta da giocare, che il fronte dei sindaci favorevoli al progetto dell’ANAS si sta rompendo, che centinaia di cittadini e associazioni hanno sottoscritto il grido di RASPA e LUA contro un’opera sbagliata, che i focolai di resistenza saranno sempre di più.
Trebisacce, 6 settembre 2017”