(Fonte foto: dal web)
Non siamo veggenti e non pratichiamo l’esoterismo, eppure di tanto in tanto riusciamo a predire il futuro, con netto anticipo. Come nel caso dell’annullamento del bando indetto per l’affidamento e la gestione della Rsa di San Nicola Arcella. Noi de La Lince lo avevamo scritto nell’articolo del giugno scorso.
L’ufficialità è arrivata un mese e mezzo più tardi direttamente dall’Asp di Cosenza, la quale ammette di aver usato una procedura irregolare, ma solo per via di un’adeguata pubblicizzazione sia del bando stesso che della proroga. “Il termine di scadenza per la presentazione delle offerte di gara – è scritto nella nota ufficiale – è un dato essenziale della procedura stessa oltre che termine perentorio oltre il quale interviene ope legis la decadenza dalla possibilità di partecipare ad una gara d’appalto, così come l’irricevibilità dell’offerta da parte dell’Ente; per tali motivi, la mancata pubblicità del nuovo termine ascritto per la presentazione dei plichi di gara, oltre che essere qualificata come omissione, rende nulli tutti i successivi atti posti in essere che lo presuppongono, anche perché viola la par conditio tra tutti i potenziali soggetti interessati a partecipare alla specifica procedura di gara”.
Pertanto, l’azienda sanitaria provinciale ha fissato nuovamente i termini per la riconsegna delle buste per il prossimo 18 settembre alle ore 12. Ma ancora adesso in questa vicenda ha dei lati quanto meno oscuri.
Nelle prossime settimane, a cavallo tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre, gli attuali gestori della casa di cura per anziani, perfettamente in regola con i conti, siederanno in tribunale, in sede civile, per discutere innanzi al giudice quello che sembra il problema a monte di tutta la vicenda. Il contratto, come per legge, in principio regolava la gestione affidandola alla ditta vincitrice per 9 anni, che sono già passati, più 9 anni che si sarebbero dovuti rinnovare automaticamente. Allo scadere dei primi 9 anni, invece, è intervenuta a gamba tesa l’Asp che indice un bando, per giunta irregolare, per dare la possibilità di affidare la struttura a un’altra ditta. Di cui negli ambienti circolerebbe già il nome, da tempo. Che, chiaramente, è solo un’illazione.