Riceviamo e pubblichiamo
Dopo denuncia del Codacons: “Truffati da dipendente Agenzia delle Entrate”. Parziale marcia indietro dell’Agenzia: annullate tutte le sanzioni.
Si arricchisce di un nuovo capitolo la vicenda dei Cittadini truffati presso gli Uffici dell’Agenzia delle Entrate di Catanzaro (clicca qui per leggere la notizia, ndr). In passato avevamo manifestato tutta la nostra indignazione per le numerosissime richieste di pagamento, notificate ad inizio estate dall’Agenzia delle Entrate, accompagnate da robuste sanzioni, per somme che i contribuenti avevano già pagato. Riteniamo, ora come allora – afferma Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – come l’Agenzia non possa chiudere gli occhi ed ignorare i termini della vicenda, che assume sempre più i contorni della truffa, e debba trattare i Cittadini da vittime e non da colpevoli. Del resto proprio le modalità della “truffa” ci inducono a pensare che la stessa sia stata, in qualche modo, resa possibile dall’assenza di controlli interni all’Ufficio.
Come si ricorderà, infatti, ad inizio estate sono state notificati degli avvisi di pagamento per il recupero dell’imposta di registro nonché per l’applicazione delle sanzioni per l’omesso versamento. Secondo il Codacons si tratterebbe di una vera e propria beffa. Ciò perché quei Cittadini avevano già provveduto al pagamento dell’imposta e tanto risulta all’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, per responsabilità da ricondurre ad un dipendente, quelle somme si sono volatilizzate.
In buona sostanza all’utenza che si recava quotidianamente presso gli Uffici di Catanzaro, veniva rilasciata documentazione comprovante l’avvenuta registrazione e le somme pagate venivano trattenute da una dipendente. E così all’ignaro cittadino veniva rilasciata la copia dell’atto, regolarmente timbrata e firmata e non appena ricevute le somme richieste, veniva consegnata anche una ricevuta di pagamento. Ovviamente l’utenza confidava sulla regolarità di quanto avveniva nell’Ufficio pubblico e, del resto, non aveva alcun dubbio circa la regolarità di quell’operazione, avendo in mano un atto completo e vidimato in ogni sua parte.
Per queste ragioni – sostiene Francesco Di Lieto – abbiamo ritenuto di denunciare la vicenda e chiedere che l’Agenzia delle Entrate, assumendosi le responsabilità dell’accaduto, provveda a trattare i Cittadini da vittime e non da colpevoli. Si tratta di somme enormi che sono state sottratte a della povera gente la cui unica colpa è stata quella di fidarsi della Pubblica Amministrazione. Ed ora, dopo aver già pagato le tasse, sono chiamati a ripagarle insieme alle sanzioni. Praticamente quella tassa sarà pagata tre volte.
Ora – prosegue Di Lieto – prendiamo atto, con soddisfazione, che l’Agenzia delle Entrate, sia ritornata sui propri passi e, alla luce delle delle “indagini in corso e gli elementi sopravvenuti”, abbia emesso provvedimenti generalizzati di autotutela parziale, provvedendo ad annullare le sole sanzioni. Tuttavia l’Ufficio continua a pretendere il pagamento dell’imposta principale. Imposta che, come detto, è già stata pagata dai Cittadini e sottratta da qualcuno che lavorava all’interno dell’Agenzia. Quindi le vittime non dovranno più pagare tre volte l’imposta… ma solo due volte.
Continuiamo a ritenere assolutamente inaccettabile – continua Di Lieto – che i Cittadini debbano essere chiamati a sopportare responsabilità dell’Ufficio o di suoi dipendenti. Del resto nella fattispecie trova applicazione la responsabilità dell’amministrazione a fronte di danni arrecati da un proprio dipendente, atteso che il dipendente si sarebbe appropriato delle somme dei contribuenti proprio nell’esercizio dei compiti che l’Ufficio aveva allo stesso affidato e che la prosecuzione di siffatti comportamenti è stata indubbiamente avvantaggiata da controlli lacunosi o nulli. In fondo sarebbe bastata una periodica verifica di cassa – conclude Di Lieto – per rendersi conto che qualcosa non tornava. Far ricadere sulla collettività reati compiuti da un dipendente e costringere i Cittadini a pagare nuovamente le imposte appare una palese ingiustizia. Il Codacons chiede all’Agenzia delle Entrate un immediato incontro per giungere all’annullamento totale degli avvisi notificati nei confronti di chi ha come unica colpa quella di essersi fidato della Pubblica Amministrazione.
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