(La foto è stata pubblicata in esclusiva da Il Corriere della Calabria)
Nei giorni scorsi c’è stato un subdolo tentativo di screditare la nostra redazione ridicolizzando e mettendo in discussione i contenuti dei nostri articoli, seppur palesemente veri. Lo dimostra il fatto che nessun avvocato e nessun amministratore ha inoltrato una richiesta di rettifica semplicemente perché non c’è niente da rettificare.
Fino a un certo punto, sembrava quasi tutto regolare. Se un contenuto diventa pubblico, è normale che venga contestato da chi ne è coinvolto, ma poi a un gruppetto di persone la cosa deve essere sfuggita di mano tanto che siamo stati costretti a denunciare per la seconda volta nella nostra vita giornalistica, di cui l’ultima solo un mese fa. E le due cose sono tra l’altro collegate.
In principio è stato Francesco Silvestri, sindaco della città di Verbicaro, che tra un un rinvio a giudizio e un abusivismo edilizio, ha mal digerito la nostra attività. Silvestri è un magorniano fidatissimo, tant’è che nonostante il palese menefreghismo del diamantese a scapito del territorio dell’alto tirreno, Silvestri pende ancora dalle sue labbra. C’è una foto pubblica che ritrae Silvestri a cena con Magorno (dicono propri a casa sua, ma non ne abbiamo certezza) risalente alla scorsa primavera, e in quello scatto c’è anche un’altra persona che è finita nell’elenco dei denunciati dalla nostra redazione, per averci rivolto per giorni e giorni pesantissimi insulti.
Sono tutti amici di Magorno quelli che abbiamo denunciato? Amici è una parola grossa, tanto che tra di loro c’è anche chi a fine contratto non rinnovato, aveva rotto tutti i ponti, salvo poi ricostruirli con il nuovo incarico. Ma diciamo pure che buona parte di Diamante usufruisce del potere politico del deputato e che tenerselo amico è sempre meglio che metterselo contro, considerato pure che sua moglie continua a fare la guardiana della democrazia diamantese con l’incarico di vicesindaco.
Tra quelli che ci hanno rivolto insulti, c’è uno zio di Magorno, il passa veline di Magorno, la cognata di un’amministratrice comunale, un’amministratrice comunale, un cognato di un assessore, e via dicendo. Tutte persone in qualche modo sono vicine a Magorno o, come accade nella nostra terra, persone strette dalla morsa della sudditanza psicologica da colui che è considerato un uomo che tutto può. Un sorta di dio in terra.
Ma veniamo alle scorse ore. La nostra colpa è quella di aver messo bocca, o meglio, aver scritto sul Festival del Peperoncino. Non abbiamo scritto nulla che potesse metterlo in cattiva luce, anzi, abbiamo finanche difeso la scelta ricaduta su Belen, ma i galoppini magorniani evidentemente non devono aver gradito il nostro articolo sul bando del festival (che vi riproponiamo qui) e qualche lecita domanda sui presunti rapporti tra Ernesto Magorno e l’organizzatore Enzo Monaco, al solo fine di appurare se l’elargizione dei soldi pubblici, che sono tanti, passi per qualche favoritismo. Lo abbiamo solo chiesto e siamo anche convinti di essere nel giusto perché domandare è sempre lecito.
Apriti cielo. C’è chi ha cercato di correre ai ripari difendendo Magorno a più non posso e dedicandoci lunghi post e articoli al vetriolo non per spiegare come funzionino veramente le cose ma per dire alla folla quanto noi de La Lince siamo poco professionali, ciarlatani, gossippari e via dicendo. Eppure, da ciarlatani quali siamo, avevamo già scritto quello che abbiamo avuto modo di appurare ieri.
Il karma è veramente una brutta bestia e in men che non si dica ha reso pan per focaccia ai servetti sciocchi del potere. Il corriere della Calabria ha pubblicato in esclusiva una foto in cui si vede Ernesto Magorno a Diamante insieme a Carlo Guccione, compagno di partito, e Marcello Manna, sindaco di Rende, per discutere dei prossimi obiettivi politici (clicca qui per leggere l’articolo de Il Corriere della Calabria), che variano da un salto in lungo sulla poltrona al triplo salto carpiato nel raccattamento di voti. Al fianco di Ernesto, come mostra la foto, sembra sedere il patron del festival del peperoncino, Enzo Monaco. A fare che? Che ruolo avrebbe Enzo Monaco negli affari politici di Magorno e quanto inciderebbe il loro rapporto sull’approvazione del finanziamento e sulla cifra? Ammesso, chiaramente, che incida e il signore con la coppola gialla sia veramente lui.
Qualcuno accorto ci farà notare che il Festival del peperoncino viene finanziato da prima che Magorno diventasse parlamentare e ancora prima che occupasse un ruolo di rilievo nel Pd, ma altrettanti accorti lettori ci suggeriscono che il buon Enzo Monco sia bravo nel tessere rapporti con quelli che vanno al potere e che tra questi pare ci siano stati in passato anche i fratelli Gentile. E’ Enzo Monaco l’uomo nella foto? Abbiamo il diritto di sapere che sia tutto in regola, come certamente i diretti interessati potranno dimostrare?
Sono domande che noi de La Lince possiamo porvi e porre a chi di dovere, perché non abbiamo rapporti con Magorno, non dipendiamo economicamente da lui, non ci ha sistemato mogli, figli, parenti, amici, e non ci ha nemmeno affidato incarichi di uffici stampa. Mai nemmeno un misero contratto. Niente. Loro invece, gli altri, quelli che tutti i giorni devono dire grazie al segretario regionale del Pd, tra poco, cominceranno con il valzer delle offese e degli insulti pubblici per dimostrare al padrone la propria fedeltà.
Ma noi rimarremo quel che siamo, gossippari di quarta categoria ma liberi, e loro intellettuali di prim’ordine, ma tenuti al guinzaglio. Noi miao, voi bau.
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