La “terrificante” temperatura di 26 gradi centigradi, fondo Valle del Noce ed una lieve brezza fresca, sono state le
condizioni per far sì che un’ennesima autocombustione si sia verificata violenta ed inaspettata tra le montagne di Tortora. Non sono bastati i casolari antichi persi per sempre, non sono bastati gli animali uccisi e quelli scappati nella torrida estate non ancora terminata, no, la natura si è ribellata ancora nel voler fornire ossigeno all’uomo e disgustata ci priva del suo contributo prendendo fuoco spontaneamente.
Le spettacolo desertico che si profila alle nostre spalle, dai più viene imputato alla cattiva condotta di pastori in cerca di erba nuova da far crescere o peggio, ma io sono un innocentista sono certo che l’autocombustione sia l’unica verità.
Ma se sbagliassi?
Se sbagliassi vorrebbe dire che esistono persone, che, ognuno per un motivo vitale immagino, deturpa orribilmente quanto di più meraviglioso la natura ci regala, gente che non pensa alla conseguenze di un territorio brullo senza piante e senza radici che lo sostengono, gente che non pensa al pericolo che procurano ai propri simili.
Se cosi fosse preferirei un’inversione di ruoli, ed una violenta ed inaspettata autocombustione dell’uomo, di quel tipo di uomo, anziché delle piante.
di Albino Console
Albino Console, 37 anni, si è diplomato al liceo classico Aldo Moro di Praia a Mare e si è laureato in Infermieristica ed Ostetricia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, specializzandosi in seguito in rianimazione cardio polmonare d’urgenza e maxi emergenze. Dopo aver lavorato presso un ospedale d’eccellenza del sud Italia e privatamente sull’alto Tirreno cosentino, si dedica all’attività di blogger per la testata giornalistica on line La lince – La penne nella piaga, con maggiore riguardo per gli argomenti che riguardano la sanità del suo territorio. Da qualche tempo ha intrapreso il percorso che lo porterà a diventare un giornalista pubblicista e a breve pubblicherà il suo primo romanzo.
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