Un anno senza Giovanni, 365 giorni trascorsi nell’estenuante attesa di vederlo tornare e poterlo riabbracciare, guardarlo negli occhi ancora una volta, sentire l’odore e ascoltare la sua voce che dice: «Mamma, papà, è stato solo un brutto un sogno».
Un anno fa Giovanni Libertino, 25 anni, trascorreva le sue ultime ore attorno al tavolo imbandito per Ferragosto. Poi il riposo nella sua camera e d’improvviso il risveglio con la voglia di un andare a fare un giro in moto e incontrare gli amici.
In sella alla due ruote il vento gli accarezza il viso e quel senso di libertà gli pervade l’anima. Giovanni è un ragazzo con la testa sulle spalle, un lavoratore, una persona buona ed educata, benvoluto da tutti e con un sorriso contagioso. Ma tra lui e la sua felicità irrompe una manovra sbagliata, un’auto che decide di svoltare nel posto sbagliato, nel momento sbagliato e i suoi sogni si infrangono sull’asfalto del lungo rettilineo in località Mantinera.
Giovanni si è già incamminato per il sentiero che porta al paradiso, ma tutte le persone intorno non lo sanno. Si avvicinano, chiamano i soccorsi, pregano che quella giovane vita non abbandoni questa terra. Ma è già tardi. Quando arrivano gli amici la scena è raccapricciante, la speranza lascia definitivamente il posto alla disperazione.
Qualche chilometro più in là qualcuno corre ad avvisare sua madre: un urlo squarcia la quiete della sua contrada.
Sul posto c’è un continuo via via, che dura quasi fino a sera, la processione in onore della Madonna della Grotta è scandita dalle preghiere per Giovanni e per la sua famiglia, che non sarà mai più la stessa. A Praia è festa, i turisti affollano le strade ma il dolore di chi lo conosceva pervade ogni angolo del paese. Tutti si augurano che il consueto spettacolo pirotecnico previsto di lì a poco non vada in scena, e invece secondo copione i fuochi d’artificio esplodono in aria quando il corpo di Giovanni conservava ancora il calore della sua esistenza. Così vanno le cose.
Ma un anno dopo il dolore è intatto. “Il primo anno senza di te… quel giorno il tuo cuore ha smesso di battere prima del mio, ma tu continuerai a vivere in ogni battito del mio. Il mio cuore di mamma continuerà a pulsare d’amore per te che continui a scorrere in ogni goccia del mio sangue. Tu mio adorato figlio lo sarai per sempre”, scrive la madre per ricordarlo. Una donna con il volto rigato dalle lacrime e la forza d’animo di un leone.
Non c’è sempre una spiegazione logica a ciò a che accade. Purtroppo.
Ciao Giovanni.