(Fonte foto: dal web)
Più di un anno fa fummo querelati dal Monsignor Leonardo Bonanno, vescovo condannato con sentenza passata in giudicato, perché ci eravamo permessi di informare la cittadinanza su una guerra interna intrisa di interessi e poteri innescata al solo fine di screditare chi si oppone alla volontà di certi capi. Il Gip a dicembre scorso, ritenendo di non doverci neppure informare tanto infondata fosse la querela, ha chiesto direttamente l’archiviazione, a cui il prelato però si è opposto. Poi ha fatto richiesta di ritirare la querela e ci siamo opposti noi: visto che ci teneva così tanto a portarci in tribunale adesso ci viene, cosicché possiamo spiegare bene al giudice le nostre ragioni. Per la cronaca, le udienze sono già state rinviate due volte, ad aprile e a luglio scorso, ora speriamo che ad ottobre possiamo finalmente debellare questo ennesimo tentativo di intimidazione che comunque non ha intimidito nessuno.
Nel frattempo dalla diocesi Scalea-San Marco Argentano, esattamente come un anno fa, continuano a fornirci prove inconfutabili sul fatto che la guerra di cui parlavamo, che nulla ha a che fare con la religiosità e con la fede, non solo esiste ma è tutt’ora in atto. Di seguito vi riportiamo la risposta apparsa sul sito ufficiale, relativa alla questione di cui noi ieri abbiamo parlato qui.
“In riferimento all’articolo apparso oggi (10 agosto 2017), sul Santuario diocesano della Madonna della Grotta di Praia a Mare, su Il Quotidiano della Calabria dal titolo “Modifiche non gradite” si precisa quanto segue:
Il Vescovo ricorda che egli non attende il “gradimento” di appena tre persone che ritornano su una polemica stantia, ma pensa al bene delle anime. Ai suddetti signori e al loro parroco mons. Bonanno ricorda inoltre che a partire dal Concilio non si fa riferimento a sedicenti comitati; dovrebbe interloquire, con chi è alla guida della Chiesa diocesana, un Consiglio Pastorale se formato da laici responsabili ed impegnati nei diversi settori della comunità ecclesiale. (Vedi il caso molto più serio del Vescovo di Mileto con la Fondazione di Paravati).
In merito inoltre al programma dei festeggiamenti in onore della Madonna della Grotta si ribadisce che quello di quest’anno è stato concordato tra il Rettore del Santuario diocesano e i diversi Parroci di Praia. Anche se qualcuno fa finta di non sentire o di non capire. Così come non è delicato trattenere quelle offerte che i fedeli donano per le necessità del Santuario. Segue un commento più articolato del Vicario Generale.
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In riferimento ai presunti problemi inerenti la celebrazione della Festa Patronale della Madonna della Grotta in Praia a Mare, nella qualità di Vicario Generale ritengo di poter sottolineare quanto segue.
Prima di tutto è evidente che nessuno di coloro che sottoscrivono l’articolo apparso sulla stampa è parte del Comitato, almeno attualmente, forse lo sono stati un tempo, magari se ne ricordano occasionalmente nella ricorrenza festiva, di certo anche loro sono invitati a vivere l’essere chiesa in missione, per come Papa Francesco va incoraggiando i cristiani: che testimonino quotidianamente il loro Battesimo mettendosi alla ricerca degli ultimi e dello scarto nella nostra società. Questa deve essere la prima preoccupazione di ogni Battezzato, poi viene tutto il resto.
Anche l’essere parte di un comitato Festa, per come certamente è a loro conoscenza, nella nostra Diocesi di San Marco Argentano, non è una istituzione stabile ma occasionale, incomincia e termina con la festa di quell’anno. Voglio dire che dovrebbero parlare a nome proprio, il che merita comunque ogni attenzione da parte della Chiesa, e non a nome di ciò che non esiste.
Contemporaneamente in questi stessi giorni ci sono, coloro che collaborano con il Rettore del Santuario, e sono di tutte le parrocchie di Praia a Mare lo stanno facendo in piena comunione con i loro Parroci, con molti sacrifici, anche perché devono superare le incomprensioni seminate tra la gente da chi ritiene di essere depositario di una tradizione immutabile, al punto che tutto ciò che viene proposto, per corrispondere meglio alle attese dei fedeli del nostro tempo, deve essere rigettato a priori perché non appartiene a questa tradizione.
La volontà del nostro Vescovo è quella di emancipare e diffondere, nella dinamica evangelica, la devozione alla Madonna della Grotta in tutto il territorio. Anche perché è una devozione legata all’armonia dell’ambiente nella quale si è sviluppata ed è caratterizzata dalla profonda emozione che riesce a suscitare in tutti coloro, non solo praiesi, che hanno la possibilità di viverne i valori spirituali nella Grotta paleolitica del Vingiolo. L’armonia naturale dei luoghi, il silenzio, la maestosità delle rocce, la bellezza del panorama tutto concorre a generare armonia nel cuore in una società nella quale tutto viene vissuto in modo frenetico e con l’apprensione del domani.
Certo di tutto questo nessuno ne ha la proprietà assoluta, ma la responsabilità della custodia e la responsabilità di orientare la comprensione di questo dono hanno dei nomi specifici e rinviano a persone concrete che con affetto cercano di rispettare ciò che è stato loro affidato, di animarli il più delle volte nel nascondimento con la vita spirituale e non solo in alcune occasioni, per alcuni giorni, ma tutto l’anno. Questi sono i vostri Sacerdoti con il coinvolgimento degli Organismi di Partecipazione Laicale, con i quali decidono i contenuti e le scelte per il bene delle anime delle comunità loro affidate.
In una società come la nostra, generalmente molto complessa nessuno trova gusto a decidere da solo, anche per questo il singolo Parroco e anche il Rettore del Santuario non è più solo ma si relaziona stabilmente con gli altri sacerdoti del territorio, queste sono le Unità Pastorali. Troppo spesso le feste religiose sono state gestite come delle attività turistiche o commerciali e questo non deve più accadere, occorre guardare al bene delle anime, il che significa della persona nella sua complessità. Non si vive una festa religiosa e soprattutto alla Vergine Santa, per seguire delle tradizioni ma per portare conforto a una comunità per dare consolazione alle persone che soffrono, che si sentono sole e abbandonate da tutti, per sentirsi comunità, per pregare insieme.
Nel corso degli anni Praia a Mare, cristianamente parlando era partita come parrocchia cento anni fa con la sua Chiesetta nella Grotta, poi circa cinquanta anni fa è stata costruita la nuova sede della parrocchia e giustamente la festa è stata reimpostata per agevolare la partecipazione di coloro che abitavano la marina, nel frattempo sono nate altre due parrocchie, la Grotta è stata elevata alla dignità di Santuario diocesano, e giustamente i Sacerdoti, volendo seguire quanto già si era fatto precedentemente hanno avvertito l’esigenza di rendere più vicina e prolungata la presenza della Vergine Santa anche nelle altre comunità.
Tutto questo viene visto come poco rispetto alla comunità di Praia, dovrebbe essere visto come una scoperta della novità che Praia a Mare oggi rappresenta nel territorio, nella diversità e nella bellezza nella quale Dio l’ha contestualizzata. Se mi è lecito anche nella bellezza animata dallo Spirito Santo dei tanti Fedeli, Gruppi e Aggregazioni ecclesiali che ne caratterizza stabilmente la vitalità e la gioia di sentirsi amati dal Signore e di voler vivere amando il Signore.
Non vuole essere una predica fuori posto, ma un incoraggiamento a comprendere i momenti religiosi nella loro complessità e nella piena verità, neanche questo può essere gestito dai singoli o dai comitati perché chi orienta queste cose è la vita spirituale ed è la gioia di vivere come la Vergine Santa ci ha insegnato e continua ad insegnarci totalmente asserviti al Signore e al bene delle anime. Nelle feste religiose, dobbiamo sempre ricordare che al centro del nostro impegno ci deve essere, la volontà di servire il Signore nei fedeli del nostro tempo, per come oggi il Signore riesce a parlare meglio ai cuori. Non è un problema legato alle tradizioni ma all’oggi del Progetto di Dio che si incarna ogni giorno con l’impegno della propria vita spesa nel bene, con sacrificio che apre all’onestà e nella dedizione gratuita verso tutti e, in questi casi, verso la Chiesa e verso tutti i Sacerdoti che sono posti in mezzo alla comunità parrocchiale per renderla viva, custodirla e amarla.
San Marco Argentano 10 Agosto 2017
Mons. Cono ARAUGIO