(Fonte foto: dal web)
Ricordate l’audio in cui l’ex assessore di Paola (Cs) Dario Gaetano dichiarava: «Per quanto riguarda gli articoli, abbiamo preso un addetto stampa a cui diamo 800 euro al mese e in più si è fregato 42mila euro fra cantanti e agenzia. Quindi gli articoli contro la sinistra li deve fare lui, per questo gli diamo 12mila euro all’anno. Se no andasse a …»? (clicca qui per leggere la notizia e ascoltare l’audio-video).
Immediatamente era scattato il toto nome per capire se la notizia fosse vera e a chi si riferisse l’ex assessore paolano. Per settimane le bocche sono rimaste cucite, come se il giornalista in questione si fosse volatilizzato. Impossibile scandagliare i possibili testimoni.
Ma a chiarire la situazione potrebbe essere una delibera pubblicata sull’albo pretorio del comune di Paola. Secondo quanto riporta il documento riportato alla luce da Marsili Notizie (visibile qui), l’amministrazione paolana di Basilio Ferrari aveva sottoscritto un contratto con la ditta rossanese “Montesanto sas” di Lenin Montesanto per la propaganda dell’immagine dell’esecutivo in carica allora. Il rapporto è suggellato nelle determinazioni dirigenziali n° 70 e 71 datate 9 giugno 2017.
Per due mesi, quelli di aprile e maggio, sono stati liquidati oltre 1.700 euro, cifra che si avvicinerebbe di molto a quella indicata da Gaetano nell’audio, ovvero un compenso da 800 euro al mese.
L’impegno di spesa tra l’ente e il giornalista, che è anche avvocato e comunicatore pubblico e aziendale, come riporta ancora il Marsili Notizie “è stato sancito con la delibera n.83 del 15 giugno 2016, nella quale alla società di “comunicazione&lobbyng” venivano affidati l’incarico di «ricostruire, in termini di comunicazione pubblica, la complessiva attività istituzionale messa in campo dal 2012 ad oggi (fino alle scorse elezioni, ndr)» e quello di «avviare sin da subito, attraverso un ufficio stampa esterno e costanti brief operativi presso la sede municipale, un’attività quotidiana di comunicazione strategica su tutte le iniziative della Giunta (Ferrari, ndr)»”.
Ma l’ex delegato ai Lavori Pubblici nell’audio incriminato non parla solo di compenso per la stesura di ipotetici «articoli contro la sinistra», ma anche di un cospicuo ingaggio in cui «in più s’è fricat’ », sempre ipoteticamente, 42mila euro di denaro pubblico grazie ad alcuni spettacoli organizzati nella città.
Marsili Notizia prova a spiegare così il caso: “L’occorrenza sarebbe presumibile collegarla alla determina 277 del 29 luglio 2016, firmata “insolitamente” dal geometra Giovanni De Medici, che attestava l’elargizione di 48.421,80 euro (di cui 39mila 680 al netto dell’iva) alla società intestata a Lenin Montesanto, il quale aveva presentato un “accattivante” preventivo per organizzare il Ferragosto cittadino”.
La manifestazione alla quale si fa riferimento è “E……..state dalla parte dell’Ambiente”, un evento contraddistinto dalla «rappresentazione – si legge nel documento – di un noto artista del mondo musicale “Tiro Mancino”(“Tiromancino”, ndr)», che prevedeva anche «la installazione di stand e gazebo nei luoghi di interesse principali sia sul Lungomare “S. Francesco di Paola” (ore antimeridiane) che nel centro della città (ore serali)».
A patto che l’organizzatore garantisse il supporto «della Società Ecologia Oggi S.p.A» con l’intento di «sensibilizzare i cittadini a promuovere il servizio della raccolta differenziata con metodologia “Porta a Porta”» e che sono stati pagati con il prelievo dal capitolo di bilancio n. 1739/7 riservato alle “spese diverse per smaltimento rifiuti solidi urbani”.
Ma il sito di Frangella, a proposito degli stand, scrive: «Peccato che proprio questi gazebo a nessuno siano rimasti impressi, neanche a quelle bacheche virtuali di ex amministratori sempre pronti a valorizzare ogni cosa». In sostanza, non ci sarebbe traccia.
Ma non è finita. Il responsabile firmatario della determina, il geometra De Medici, era già stato al centro delle polemiche per “le firme apposte ad un altro documento con cui – nel febbraio di quest’anno – sono stati elargiti quasi 600mila euro per i lavori di restyling posti in essere a Largo Sette Canali (capeggiati da Luigi Colella, alias “sbirciapaola”)”.
Una situazione talmente incresciosa “che generò l’interrogazione consiliare della minoranza, la quale mise in dubbio la genuinità delle siglature, a tutt’oggi avvolte nell’ambiguità (clicca e leggi qui e qua)”.
E’ questa la soluzione dell’enigma?
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