Quelle bollette non s’hanno da pagare, anzi, è l’Amministrazione che deve autotutelarsi, annullando le richieste di pagamento in modo da non incorrere nelle spese processuali in caso di giudizio. La denuncia, ma soprattutto il consiglio di autotutelarsi, arriva dal Codacons che ha inviato una diffida al Comune di Catanzaro chiedendo di verificare preventivamente tutte le richieste di pagamento inoltrate in questi giorni dalla società di riscossione, Soget SpA, per il pagamento di canoni acqua “di qualche decennio addietro”.
Riceviamo numerose segnalazioni da parte di Cittadini che non hanno mai ricevuto alcuna comunicazione da parte dell’Amministrazione e che oggi sono minacciati di pignoramento da Soget. Troppo spesso accade – sostengono dal Codacons – che le pretese si riferiscano a canoni che sono da considerarsi soggetti alla prescrizione quinquennale ex art. 2948 nr. 4 del codice civile, trattandosi di crediti relativi a prestazioni periodiche a carattere continuativo. Inoltre, il Codacons sostiene che i termini per insorgere avverso la richiesta di pagamento non siano quelli riportati nella richiesta della società di riscossione.
Detti termini – sostiene l’avv. Francesco Di Lieto – non operano per l’azione di accertamento negativo che si svolge innanzi al Giudice ordinario inerente la debenza del canone reclamato dall’Ente, canone che non ha natura di imposta o tassa. Certamente non mettiamo in discussione l’obbligo dei cittadini morosi di pagare il consumo di acqua potabile – prosegue il Codacons – ma troviamo davvero iniquo procrastinare di decenni le richieste di pagamento per far lievitare le somme dovute dai Cittadini. I quali sono i soli a sopportare l’inefficienza della macchina amministrativa. Se in passato si è ritenuto, magari per un ritorno elettorale, di soprassedere dal richiedere i pagamenti, sarebbe il caso che di queste “dimenticanze” siano chiamati a rispondere gli amministratori e non i Cittadini.
Il Comune e la Soget – prosegue Di Lieto – non possono arrogarsi il diritto di iscrivere a ruolo migliaia di fatture (senza verificare l’effettiva ricezione da parte degli Utenti) per consentire una riscossione mediante procedure agevolate (pignoramenti, fermi amministrativi… ) e non conformi alle norme processuali cui devono sottostare tutti i comuni mortali. Il Codacons ha richiesto l’immediata sospensione delle attività di riscossione coatta nonché un incontro con l’Amministrazione Comunale per individuare soluzioni per il recupero delle effettive morosità senza ledere i fondamentali diritti dei Cittadini. Se entro quindici giorni non avremo alcuna risposta – concludono dal Codacons – “sarà richiesto il presidio dell’Autorità Giudiziaria e segnalato il comportamento tenuto dall’Amministrazione comunale alla Magistratura contabile”.