Vitalizi, quando la toppa è peggio del buco: il caso Ernesto Magorno e le parziali verità

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(Fonte foto: ernestomagorno.com)
Di M.N.
Ha fatto rumore, tanto da necessitare precisazioni, la notizia del giorno, rilanciata da testate solo apparentemente vicine ai cinquestelle, ma in realtà a caccia di click e dalle quali Grillo & Casaleggio hanno più volte preso le distanze, che hanno pubblicato l’elenco di chi avrebbe votato contro l’abolizione dei vitalizi.
Ernesto Magorno, deputato diamantese, si è affrettato a precisare, pubblicando sul suo profilo social anche il resoconto stenografico e l’esito della votazione n. 55, quella incriminata da cui si evince che ha votato a favore e con lui anche Enza Bruno Bossio.
Ciò non dimostra che sia una bufala, perché fosse anche per disciplina di partito tante altre volte i Parlamentari PD hanno votato contro e infatti si tratta della ripubblicazione di un elenco vecchio, datata 31 marzo, ovviamente attira l’attenzione e con essa i click che generano guadagno, all’indomani del voto tanto discusso.
Magorno poi si lancia in una filippica circa la sua datata contrarietà al vitalizio ed alla sua voglia di vivere la politica come servizio, tanto da rinunciare all’indennità di carica quando era Sindaco di Diamante. Restò in carica dal maggio 2007 al settembre 2013, quando dovette liberare la poltrona per l’incompatibilità fra la carica di sindaco e quella di deputato nel frattempo sopraggiunta.
La rinuncia alle indennità era effettivamente nel programma della lista “Il Sole” che lo vide vincitore e poi riconfermato, anche grazie al novero di potentati e portatori di voti, ma è notorio che fosse al contempo anche Consigliere Provinciale, pertanto, vigendo il divieto di cumulo, dovette rinunciare ed ovviamente rinunciò a quella più piccola.
Ma non è la prima volta che scivola sul tema soldi. In passato la stampa riportò una querelle inerente la sua strenua resistenza al liberare le altre poltrone (un’inchiesta de l’Espresso lo pose fra i 6 politici più poltronisti d’Italia, vedi foto in fondo alla pagina), ebbene egli precisò di essersi dimesso dalla Provincia. Peccato che la surroga arrivò un paio di mesi dopo la sua elezione alla Camera e non è dato sapere se nel frattempo, dovendosi considerare a tutti gli effetti in carica, sia stata versata l’indennità da Consigliere ed anche le altre indennità, essendo al contempo anche Capogruppo PD e Componente della 1a Commissione Consiliare “Politica Istituzionale, Bilancio, Programmazione Economica” e della 5a Commissione Consiliare “Ambiente e Territorio”, presso la Provincia di Cosenza. Di queste tre poltrone la citata inchiesta non tenne conto, pertanto sebbene la carica comunale fosse in realtà una sola, come egli stesso chiese di rettificare, le cariche ricoperte contemporaneamente furono per quello che è dato conoscere, almeno 6.
Tornando alla rinuncia alle indennità della Giunta, come detto, era in programma, ma sebbene annunciata, vista la riottosità di alcuni componenti della Giunta, non fu adottata subito, fu il pressing dell’opposizione a costringere alla rinuncia, stanti gl’ingenti danni provocati dalle mareggiate, così furono accantonate e nel mese di aprile del 2010, come riportò la stampa, il lungomare si rifece il look.

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