Ieri il segretario regionale del Tribunale dei diritti del Malato, Felice Lentidoro, aveva mandato una nota di fuoco con cui prendeva categoricamente le distanze dalle affermazioni dell’avvocato diamantese Domenico Oliva, responsabile del TDM sull’alto Tirreno, reo, a suo dire, di aver intentato una battaglia contro l’Asp cosentina per scopi personali (il mancato rinnovo del servizio del 118 per della sua associazione Congregazione della Misercordia, ndr) tra l’altro non condivisa dall’associazione. Eccola:
“Ci sono giunte da più parti e in più occasioni, comunicazioni che danno come responsabile del Tirreno Cosentino e quindi del Distretto Sanitario di Paola del Tribunale dei diritti del Malato – Cittadinanza Attiva, l’avvocato Domenico Oliva. Ciò non corrisponde al vero. Il sig. Oliva di Diamante asserisce da più tempo di parlare a nome del Tribunale dei diritti del malato, ponendo questa associazione, che rappresento in sede regionale, in contrapposizione ad alcune scelte, decisioni, azioni, portate avanti dall’Asp di Cosenza e dal Distretto Sanitario. Parlando a nome del tribunale dei diritti del malato e quindi di cittadinanza attiva, pone delle gravi pregiudiziali nei confronti della sanità pubblica. Ciò non può e non deve avvenire: questa istituzione vanta centinaia di iscritti e tutela in ogni sede e sotto il piano di vista morale, i malati di ogni patologia e li sostiene con sacrifici che solo chi è votato alla missione può capire e affrontare. Pregiudiziali che questa associazione che rappresento non condivide, preferendo il confronto e la discussione costruttiva con gli enti pubblici.
Il sig. Oliva ha mosso delle considerazioni, ovviamente non condivise da me, nei confronti del distretto sanitario: nel rapporto di collaborazione con la Misericordia – servizio 118 che l’Asp ha ritenuto di interrompere, il sig. Oliva ha risposto parlando a nome del Tribunale dei diritti del malato – cittadinanza attiva, non conoscendo nemmeno una norma che regola il rapporto dell’associazione che rappresento con l’Asp. Ad ogni modo il Tribunale dei diritti del malato – Cittadinanza attiva, provvederà ad attivarsi in tutte le sedi per la tutela del nome dell’associazione segnalando agli organi preposti il millantato credito del sig. Oliva. Sarà nostra cura, inoltre conoscere in che modo il sig. Oliva ha svolto questo suo falso mandato di responsabile e se ci sono stati accordi di natura economica con chicchessia”.
Ma Domenico Oliva non è rimasto a guardare e in men che non si dica ha reso pan per focaccia inviando a sua volta un comunicato infuocato in cui spiegherebbe i reali motivi che avrebbero spinto, pardon, costretto Lentiodoro a difendere l’Asp diretta dal dottor Raffaele Mauro.
Ecco il testo integrale di Domenico Oliva, con il quale «smentisce senza altro diritto di replica il segretario regionale»:
“Dopo questo episodio le mie dimissioni e lascio agli altri il rapporto compromissorio con la politica. Apprendo con stupore e meraviglia, restando letteralmente basito, le dichiarazioni del neo eletto segretario regionale di Cittadinanzattiva Calabria, Felice Lentidoro, nei miei confronti. Un chiaro attacco alla persona, del tutto gratuito ed immotivato, condotto in maniera priva di tatto, di educazione e di cognizione di causa.” Così esordisce l’avv. Domenico Oliva alle dichiarazioni di Lentidoro, che ne colpiscono la sua immagine di professionista e di persona.
“Mi permetto di replicare a quanto detto nei miei confronti, iniziando dalla circostanza che il mio essere attivo all’interno di Cittadinanzattiva Calabria risale al 2009, quando di Lentidoro non conoscevo nemmeno il nome; già nel 2010 ho partecipato, assieme ad altri attivisti del mio territorio, alla riunione nazionale dei coordinatori territoriali tenutasi a Roma, presso l’hotel Holiday Inn Rome West, per la definizione delle linee-guida poi recepite a livello nazionale; ho partecipato, inoltre, alla votazione del nazionale sempre a Roma; ad incontri regionali dei coordinatori; ad incontri regionali per gruppi di lavoro, ecc. pur continuando a non ricordare il nome di Lentidoro.
Il rapporto avuto con il precedente segretario regionale, Ludovico Criserà, persona di grande spessore culturale, morale ed umano, persona di altrettanto pregio che ha goduto della mia stima dal momento in cui l’ho conosciuta, è sempre stato un rapporto di estrema collaborazione, di reciproca fiducia e di alta coordinazione senza che mai, in circa sette anni, ci sia stato il benché minimo problema, incomprensione o screzio.
Successivamente, per motivi lavorativi, di salute e familiari la mia presenza alle attività regionali ed extraregionali non è più stata quella di prima essendo scemata e, forse, questo è motivo per cui il sig. Lentidoro non ha avuto modo di conoscermi; tanto più che, dalla dipartita del compianto Criserà, non ho più ricevuto convocazioni dalla segreteria regionale tranne che dagli altri coordinatori territoriali alcuni dei quali, nel corso degli anni, mi hanno visto e conosciuto bene all’interno degli incontri ufficiali di Cittadinanzattiva.”
Intervento ben preciso da parte dell’avv. Oliva il quale, incalzando, non sembra offrire il fianco ad altri attacchi che, a questo punto, appaiono essere infondati. “E’ strano che, alla luce di quanto detto, un millantatore (tale sono stato definito) possa presenziare a tutte le descritte attività istituzionali di Cittadinanzattiva, per anni, e per giunta invitato e alla presenza di un segretario regionale. Lentidoro, forse, dovrebbe riflettere sul fatto che un segretario regionale che si pone in questi termini, senza prima confrontarsi con la persona interessata chiarendo eventuali dubbi, non mostra assolutamente di sapere quali siano i termini di una chiarificazione, qualora ce ne fosse bisogno, ma, al contrario, mostra un probabile legame clientelare con una classe dirigente e politica attraverso interventi che appaiono essere chiaramente strumentali. Avrebbe fatto sicuramente più bella figura se avesse chiesto direttamente le mie dimissioni, motivandole.
In ogni caso il sottoscritto, sulla base di tale increscioso episodio, non sentendosi assolutamente rappresentato da un segretario regionale che agisce come nella piazza del paese, provvederà a rassegnare con immediatezza le proprie irrevocabili dimissioni cosciente che la tutela degli ammalati e dei cittadini possa avvenire anche in numerose altre forme e sedi; lasciando, pertanto, ad altri il rapporto compromissorio con enti, istituzioni e, soprattutto, politica regionale nella consapevolezza di non vederne i concreti e tangibili risultati al contrario di quanto è stato negli anni scorsi.
Pertanto, per quanto mi riguarda, l’esperienza in Cittadinanzattiva ha fatto il suo corso, mentre in merito alle azioni legali minacciate nei miei confronti resto in attesa per poi, successivamente, esporre alla magistratura le mie ragioni a difesa della mia immagine che risulta essere stata lesa da dichiarazioni oltremodo offensive e riportate sulla stampa.”