(Nella foto, Matteo Renzi. Fonte foto: Pier Vittorio Buffa)
A volte la soluzione è sotto il naso e non ce ne accorgiamo: per cambiare lo stallo della sanità in Calabria la soluzione è affidare il commissariamento al governatore della Regione che, di regola, dovrebbe conoscere e avere a cuore il territorio e le sue esigenze molto più di un freddo e cinico ingegnere nordico prestatosi alle direttive della Lorenzin.
Lo ha riferito ieri sera con fermezza Matteo Renzi a Diamante in occasione della presentazione della sua opera letteraria, in una piazza non proprio gremita di adulatori e turisti curiosi.
Peccato che il 40enne fiorentino abbia la memoria corta e abbia già dimenticato che fino al dicembre scorso il Presidente del Consiglio dei Ministri era lui e che alla Ministra Lorenzin non ha saputo, o potuto, dare direttive nemmeno su come attuare una sentenza del Consiglio di Stato già bella e pronta chiedendo, unicamente, da uomo a donna delle istituzioni, di applicare la legge in merito alla riapertura dell’ospedale di Praia a Mare. O ad esempio, su come sbloccare le assunzioni. O, ancora, magari decidere di smetterla con questa farsa del commissariamento.
Ora che il Presidente del Consiglio è un altro, arriva fresco fresco in quell’angolo di paradiso custode di molti segreti e intrallazzi che è Diamante e, fingendo di non avere responsabilità sulla questione sanità, prende in giro dal primo fino all’ultimo occupante della piazza. Oddio, quasi tutti. Ernesto Magorno, ad esempio, di sanità in Calabria se ne intende molto più Renzi e Lorenzin messi insieme.