(Fonte foto: dal web)
Di tutto quello che avete letto oggi, sinora, sulla riapertura dell’ospedale di Praia a Mare è che i due sindaci di Praia a Mare e di Tortora, rispettivamente Antonio Praticò e Pasquale Lamboglia, questa mattina erano al Ministero della Salute per discutere con Eugenio Sciabica, incaricato esecutore della sentenza del Consiglio di Stato, la presunta riorganizzazione ospedaliera dell’ospedale di Praia a Mare.
Del resto, intanto scordatevi la data: entro il 30 settembre al massimo arriverà il decreto di riapertura. Forse. Per la riapertura vera e propria, se mai ci sarà, bisognerà attendere mesi o forse anni. Cambiare un’insegna non garantirà un pronto soccorso, tanto meno una sala operatoria funzionante e nemmeno i reparti di Medicina e Chirurgia. Per rifare un ospedale occorrono tanti soldi, tanto materiale e tanto personale. Per il momento all’orizzonte non si paventa nessuna delle tre cose. Vi basti pensare che non sono in grado nemmeno di mettere in funzione un apparecchio di Risonanza Magnetica nei tempi prestabiliti, figuriamoci tutto il resto.
Secondo. Tonino Gentile beffa spudoratamente credendo leva sulle mancanza di informazioni da parte dei cittadini. Ha già fatto diramare un comunicato falso e menzognero in cui si prende i meriti della (presunta) riapertura. Ma proprio come poc’anzi precisato, i sindaci erano a colloquio con un dirigente incaricato dai giudici della III sezione del Consiglio di Stato di attuare una sentenza. Non c’entrano né Tonino Gentile, né Ernesto Magorno e Enza Bruno Bossio che oggi sono andati a sfilare a Roma e che invece la magistratura indica come politici molti vicini al mondo della sanità privata. Non c’entrano nemmeno paladini e difensori dell’ultim’ora: il tribunale non dà conto alle piazze ma alle leggi della Costituzione italiana.
Terzo. Vero è che all’incontro c’era anche Raffaele Mauro, direttore generale dell’Asp di Cosenza, ma è altrettanto vero che anche oggi, al cospetto di Eugenio Sciabica, ha esposto le sue paturnie in merito alla riapertura dell’ospedale, che insieme agli altri colleghi dirigenti, cercheranno di boicottare fino alla fine.
Quarto. Mettiamo il caso che il domattina arrivi il decreto, firmato dal perplesso Mauro, e che la Regione, ente deputato alla sanità, finanzi in 48 ore gli aiuti necessari. Facciamo pure che le assunzioni rimandate per tre anni d’un tratto si sblocchino per lasciare occupare le stanze dell’ospedale. Ecco, mettiamo accada tutto questo, manca una sola cosa: la firma del commissario alla sanità Massimo Scura, che di riaprire l’ospedale di Praia a Mare non ne vuole neppure sentire parlare. Dicono che in questo frangente della vicenda non c’entri. Staremo a vedere.
Per il resto, amministrazioni comunali di Praia a Mare e Tortora: voto 10. Per la costanza, la pazienza e per aver azzeccato le mosse in tribunale. E per aver sopportato negli anni tanti soprusi. Se oggi c’è almeno la speranza, è merito loro.
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