(Orlandino Greco e Giuseppe Aieta durante un momento di relax)
Riceviamo e pubblichiamo
A margine dell’incontro avuto a Cetraro lo scorso 21 luglio stiamo ricevendo numerose richieste di intervento e di ascolto, soprattutto relativamente a storie di diritti negati e in particolar modo in sanità. Sulla base di una pressante richiesta occorre darsi da fare per una sanità degna di questo nome. E già, perché nella nostra regione di sanità si muore e si sta peggio anziché guarire. Di sanità c’è chi si arricchisce e chi diventa potente, sino a decidere, spesso indebitamente, le sorti degli altri. Non solo!
Ciò avviene in Calabria da sempre con un commissariamento divenuto oramai strutturale fino a diventare parte integrante del DNA di una Regione “sotto tutela” per tutto. Un ruolo, quello che svolge l’attuale commissario ad acta, divenuto ingombrante, pericoloso e devastante per la salute dei cittadini. Ciò in quanto caratterizzato dall’assunzione di decisioni non condivise e da quelle difese isteriche che possono tutto al più caratterizzare, sopportandone i conseguenti giudizi sociali, l’uomo ma non le istituzioni. L’atteggiamento del commissario Scura è più funzionale ad incidere negativamente sul sistema, già debole per suo conto, invece che costruirlo e ripararlo. I dati sono sotto gli occhi di tutti: il disavanzo che cresce, la mobilità passiva altrettanto e una rete manageriale che dissente, spesso a ragione. Il tutto a discapito delle prestazioni sanitarie che sono ridotte all’infinitesimale, quasi ad annullare il diritto alla salute.
Esempio dello spregio, intendendo per tale l’esercizio della violenza esercitata dal commissario sugli atti che, di contro, avrebbe motivo di supportare. È il trattamento riservato all’atto aziendale della più popolosa ASP calabrese (Cosenza), che incide sulla salute di 750 mila residenti e oltre, e all’assistenza ospedaliera del Tirreno cosentino, oramai ridotta al lumicino. Due atteggiamenti impeditivi del miglioramento dello stato lacunoso che i cittadini sopportano nel vedersi negata una sanità efficiente. Oltretutto, su questo, incide negativamente l’assurda competizione generatasi tra due delle forze politiche di maggioranza governativa. Un PD che da Roma non ha la forza di superare il commissariamento di Scura e Alternativa Popolare che, pur gestendo il Ministero alla Sanità, nulla ha fatto per migliorare in Calabria un settore primario per le nostre comunità. In mezzo, c’è chi paga il conto di tutto questo!
Da parte nostra c’è l’impegno a far sì che i sindaci calabresi assumano un ruolo attivo nella programmazione della sanità, anzi, che siano essi stessi a proporre il piano regionale della sanità. Un modo perché la stessa corrisponda al soddisfacimento delle esigenze dei calabresi altrimenti violate e vilipese. Del resto essi sono i veri protagonisti, i custodi dei diritti di cittadinanza ed è a loro che daremo sostegno nella fase dell’elaborazione e voce in Consiglio Regionale.
GIUSEPPE AIETA E ORLANDINO GRECO