(Nella foto, don Paolo Turturro. Fonte foto: La Repubblica)
Una condanna per pedofilia per baci intimi ad un chierichetto e una prescrizione per violenza su un altro ragazzino, poi, scontata la pena definitiva di tre anni di carcere, torna a dire messa tra l’affetto, parole sue, dei parrocchiani. E’ la storia (raccontata da Il Giornale di Sicilia) di don Paolo Turturro, che attualmente risiede a Borgo della pace, nelle campagne palermitane di Baucina. La parrocchia dove è tornato a dire messa, invece, è quella di Santa Lucia al Borgo Vecchio.
Don Turturro, dunque, non solo non è stato ridotto allo stato laicale dal Vaticano, ma ha nemmeno subito la massima e anche unica condanna che infligge solitamente il tribunale vaticano: la sospensione a divinis, che altro non è che la sospensione dall’esercizio del ministero sacerdotale per un tempo prestabilito.
Il prete, nonostante una richiesta di affidamento ai servizi sociali, ha scontato la sua pena interamente in carcere, tra il Pagliarelli e l’Ucciardone,ma quando è tornato sul pulpito a fare il moralizzatore di anime perse, la gente si è tutt’altro che scandalizzata. Anzi, riferisce lo stesso Turturro, è stato accolto con con affetto. Amen.