(Fonte foto: dal web)
I Comuni della Calabria sono, generalmente, una sorta di consorteria, un cerchio magico, un feudo di potere dove più che amministrare si pensa a sistemare amici e parenti in vista di altre, nuove, prossime, future elezioni. Senza se e senza ma.
Il mantenimento del potere è tutto un aut ut des, «io do affinchè tu dia», dare le briciole per avere indietro del pane caldo e croccante appena sfornato. Anche se le Procure fanno finta di non vedere, soprattutto perché chi ha saputo creare radici profonde è ammanicato mani e piedi anche nei tribunali.
Per fortuna il vento sta cambiando e l’arrivo del procuratore Pierpaolo Bruni alla Procura di Paola ha già fatto sudare sette camicie ad alcuni delinquenti in giacca e cravatta.
Uno dei più grandi abusi, o truffe, che dir si voglia, pare consista nell’assunzione di amici, parenti e fedelissimi di sindaci, assessori e consiglieri comunali. Che quasi sempre assumono in prossimità delle campagne elettorali. E questo ormai è un dato di fatto, che non esulerebbe nemmeno la categoria della Polizia locale. Basterebbe fare una breve rocognizione degli ultimi sei anni.
Ma non tutti, nel tempo, si sono fatti fregare e hanno quindi agito d’anticipo. Chi è negli ambienti e sa, ha pensato bene di informare vari procuratori rivelando il nome del vincitore del concorso sei, sette mesi prima dell’ufficializzazione. Accade da almeno tre anni a questa parte in quasi tutto il territorio di Cosenza (quasi, non in tutti i Comuni) e noi de La Lince stiamo seguendo la questione passo passo. Vi facciamo vedere in esclusiva la mail conservata da tempo nei nostri archivi che un cittadino ha inoltrato a un procuratore della Repubblica. Abbiamo omesso la data per non intralciare le indagini su quel preciso Comune e non dare modo quindi di cambiare gli atti ai diretti interessati. Inutile dirvi che il nome segnalato è risultato vincitore del concorso.
Ma non è finita. Molti amministratori pare abbiano il sesto senso che nessuno li metterà sotto indagine. Si sentono, come dire, protetti e se ne fragano del rispetto delle leggi. E’ questa almeno la sensazione quando si leggono decine di bandi sfacciatamente ad hoc, fuori legge, modificati o, come in alcuni casi, neppure presi in considerazione.
Facciamo un mero esempio. Se all’inesistente Comune di Scasazza il bando è stato indetto per l’assunzione di dieci persone, gli assunti, a tempo determinato o indeterminato, sono poi incredibilmnte 15. Senza che nessuno intervenga. Oppure i commissari dei concorsi siano autorizzati a giudicare le prove dei partecipanti pur non avendone presumibilmente titoli o criteri.
A Saracena (Cs), ad esempi, il neo sindaco Renzo Russo, con l’atto n. 84 dell’11 luglio 2017, è stato costretto a sospendere in autotutela il concorso pubblico per l’assunzione di 2 agenti di polizia municipale a tempo parziale e indeterminato. La determina recita: “E’ emersa la necessità da parte dell’amministrazone comunale di richiedere un parere pro veritate allo scopo di chiarire la posizione di uno dei componenti della commissione giudicatrice e la legittimazione dello stesso a ricoprire il ruolo di membro della commissione stessa, in ordine della quale si sono succeduti diversi interventi normativi”. Il commissario in questione negli ultimi anni ha presieduto diversi tavoli.
Ma la lista delle irregolarità in diversi Comuni e in differenti categorie, a leggere bene i faldoni di documenti che custodiamo nei nostri archivi, è davvero molto lunga. Ma chi ha agito correttamente può dormire sonni tranquilli.
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