(Nella foto, Carlo Pinsoglio. Fonte foto: dal web)
La carriera dei calciatori è al quanto bizzarra ed imprevedibile, soprattutto quando hai ruolo di portiere e pochi centimetri possono portati dalla gloria al baratro.
Carlo Pinsoglio nato nel 1990 a Moncalieri, in provincia di Torino, ha una storia diversa dalle altre, nella quale è passato dall’una all’altro e viceversa nel giro di poco tempo.
Esordisce nella primavera della Juventus e la sua carriera continua a lungo nella serie B. Ma è proprio nella categoria cadetta che accade l’imponderabile come nei film di Lino Banfi “L’allenatore nel pallone”.
Nella giornata del 20 maggio di un anno fa si giocava l’ultima di campionato Livorno – Lanciano con gli amaranto costretti a vincere per non retrocedere. Carlo Pinsoglio, che difende la porta della squadra toscana, sbaglia una clamorosa uscita che porta il punteggio finale sul 2-2 e che a suo malgrado condanna il Livorno alla Lega Pro (attuale serie C).
E’ il calcio e l’errore ci può stare, ma per alcuni ultras non è così. Il giorno seguente alcuni ultras lo incontrano in compagnia dei genitori e senza pietà lo colpiscono con un pugno in pieno volto, facendolo finire di corsa al pronto soccorso.
Pinsolgio si racconta ai microfoni di varie testate giornalistiche descrivendo quei momenti come drammatici, teme per l’incolumità dei genitori e sua madre, tra l’altro, è rimasta seriamente segnata dall’evento.
Ma la magia del calcio va oltre e quel giovane che stava vivendo quello che lui stesso aveva definito un incubo, viene inaspettatamente chiamato alla corte di mister Max Allegri come terzo portiere della Juventus.
Sarà perché con la vecchia signora aveva un conto in sospeso da quando era cresciuto tra le fila delle giovanili, ma il ragazzo di Moncalieri non ha saputo resistere al fascino della Juventus e dall’incubo che era diventata, la sua carriera si è trasformata in un bellissima favola con il rientro nella sua amata terra, ma soprattutto in uno dei club più forti del mondo.
