(Nella foto: Mogol. Fonte foto: dal web)
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Se l’evento organizzato dall’associazione musicale Melisma e dalla Fondazione Mario e Almerigo De Rosa fosse stato il titolo di una canzone, sarebbe stato certamente “Emozioni” il brano del 1970 portato al successo da Lucio Battisti. Ma anche “La prima cosa bella” che ci ha regalato l’inizio della stagione estiva praiese targata 2017.
Ieri sera, una piazza delle Resistenza gremita (4mila persone dicono gli organizzatori), sono andati in scena musica, colori, sorrisi e risate. Soprattutto quelli regalati dal siparietto comico inscenato dai sindaci Antonio Praticò e Pasquale Lamboglia, due primi cittadini dall’aria austera, che invece ieri sera sul palco hanno inscenato un siparietto rivelatore di un una consolidata amicizia e complicità, oltre che a una profonda soddisfazione per rappresentare quest’angolo di Paradiso sempre più vivo e vegeto.
Ma i protagonisti indiscussi della serata sono stati altri: Mogol e Mario De Rosa. Il primo, al secolo Giulio Rapetti, è il reuccio della musica italiana, padre artistico di mostri sacri come Mango, Lucio Battisti e Mina, solo per citarne alcuni, che dall’alto dei suoi 81 anni non ha ancora avuto l’onore e l’onere di conoscere un erede designato nel panorama musicale; l’altro, Mario De Rosa, meno famoso ma altrettanto amato, non c’è più da tempo ma tanta è stata la sua generosità che la città di Praia a Mare, dove ha vissuto fino all’ultimo respiro, non potrà mai dimenticarlo. Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo sa bene quanto per lui fosse importante aiutare il prossimo. Tanto offrendo un lavoro, tanto con l’incessante opera di beneficenza.
Di qui, la decisione di intitolargli il prestigioso evento patrocinato dal Comune di Praia a Mare e raccontare a tutti come i suoi figli, tutti presenti tra il pubblico, stiano portando avanti le politiche umanitarie del padre nonostante le miriadi di difficoltà con cui oggi deve fare i conti il mondo dell’imprenditoria per onorare i suoi insegnamenti. La serata è stata aperta proprio con la lettura della commovente lettera che i figli hanno dedicato al padre (clicca qui per leggere la lettera).
Dodici i ragazzi che si sono sfidati a colpi delle note immortali scritte dal produttore discografico di Milano all’interno di una kermesse filata liscia come l’olio, senza fronzoli né sbavature, grazie anche alle performance della band, dei coristi, delle vallette, vestite degli abiti di Giuseppe Cupelli, e del presentatore. Trai partecipanti, esaminati da un parterre di qualificatissimi giurati e ripresi dall’emittente televisiva Rete 3 digiesse, alla fine ha trionfato il giovane Francesco Pica, vincitore di una borsa di studio da 1000 euro, equivalente a una settimana di permanenza al Cet, il Centro Europeo di Toscolano fondato, appunto, da Mogol. Della sua esibizione, ha detto sul palco il Maestro, è piaciuta l’assenza totale di “riccioli” vocali, la calma, la padronanza della voce e una buona presenza scenica.
Infine, il graditissimo fuori programma: l’assegnazione della borsa di studio anche alla ideatrice e principale organizzatrice della manifestazione: la tortorese Ylenia Iorio, 29 anni e curriculum chilometrico alle spalle. Per lei, una borsa di studio da 3500 euro che le consentiranno di rimanere al Cet per ben tre mesi. Dopo una serata passata nel dietro le quinte per garantire la super visione dell’evento, era arrivato un duetto con Mario Rosini, secondo classificato a Sanremo 2004. E a quel punto parole e musica si sono trasformate in brividi. Sulle note di “E penso a te” i due hanno incantato non solo il pubblico, lasciatosi andare a un applauso scrosciante, ma anche un incredulo Mogol. Geniale, così l’ha definita l’esibizione.
Salito sul palco con passo felpato e impossessatosi del microfono, Rapetti ha spiegato ai presenti anche le ragioni della sua decisione: «La porto al Cet con me così quando torna Ylenia potrà insegnare a cantare a tutti».
Giù le lacrime di commozione, le luci si spengono e la piazza si svuota, ma ai piedi del palco un gruppetto di persone è ancora mosso dall’adrenalina in corpo e, tirando già le somme, pensa alla prossima sfida da vincere in questa terra bella e forse non più maledetta.