(La foto è puramente indicativa)
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Sua madre l’ha abbandonata otto mesi fa all‘ospedale civile di Cosenza poco dopo averla messa al mondo senza mai avere mai rimorsi e forse non l’ha mai nemmeno abbracciata. Vive nel reparto di Neonatologia, affetta da una leggera malformazione congenita e senza stimoli, fatta eccezione per le smorfie e il calore degli infermieri che in questi mesi, tra un malato da curare e l’altro, non hanno fatto mancare alla bimba. Perché la tutrice a cui è stata affidata ha preferito lasciarla, come la madre, nella culla del nosocomio. A darne notizia è il Quotidiano del Sud, che per primo racconta la triste vicenda.
Ora la neonata, venuta al mondo prematuramente, non potrebbe più rimanere al reparto di Neonatologia e la sua piccola malformazione potrebbe essere risolta grazie a un intervento chirurgico in altra struttura, ma non può essere trasferita né nel reparto di pediatria né nella struttura sanitaria specializzata perché per entrambe le prassi è richiesta la presenza di almeno un genitore ma nessuno sa a chi chiedere l’autorizzazione. Si sa solo che ulteriori ritardi potrebbero andare a influire sulla crescita psico-fisica della minore.
In sostanza la tutrice a cui è stata affidata non se n’è mai presa cura e dopo tutti questi mesi nessuno ha pensato di intervenire per cambiare la situazione. Di fatto la piccola è stata abbandonata tre volte: dalla madre, dalla tutrice e dallo Stato.
Come già anticipato dal quotidiano regionale, a questo punto non rimane che affidarsi alle competenze del Garante regionale dell’infanzia, il dottor Antonio Marziale, che ha sin ora dimostrato di avere a cuore le sorti dei bambini meno fortunati.
NOTA BENE: a seguito della diffusione della notizia, Antonio Marziale ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:
“In merito alla notizia apparsa nello scorse ore su alcuni mezzi di comunicazione circa l’abbandono di una bambina all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza interviene per fare chiarezza il garante per l’Infanzia della Calabria, Antonio Marziale, con la seguente nota: “C’è di che rimanere, a dire poco, stupiti, per la superficialità con cui si pubblicano notizie su questioni delicate come quelle relative a vicende che coinvolgono bambini e minori, inesattezze (come altro definirle??) che rischiano di infangare e vanificare il lavoro di quanti, invece, meritano il ringraziamento da parte del Garante e della società. Secondo quanto riportato ieri da un quotidiano di informazione, a Cosenza vi sarebbe una bambina di pochissimi mesi affidata solo alla bontà e alle cure di medici ed infermieri, abbandonata in un ospedale di quella Città. In realtà la piccolina non è affatto abbandonata, e, confermo invece, amorevolmente assistita dalle attenzioni del personale medico, infermieristico, ma soprattutto dalla tutrice, nominata tempestivamente dal presidente del Tribunale dei Minorenni di Catanzaro, Luciano Trovato, che viene, addirittura, accusata di averla lasciata nell’ospedale in cui è nata. La tutrice – deve sapere chi scrive inesattezze – non può lasciarla che in ospedale perché la piccola è affetta da un quadro clinico, seppure non grave, che abbisogna di approfondimenti addirittura in centri specialistici che sono stati interpellati e che stamane solleciterò affinché la prendano in carico. Mi interfaccerò subito con il presidente dell’Ordine regionale dei Giornalisti, Giuseppe Soluri, per chiedergli un immediato incontro volto a responsabilizzare i giornalisti, Ordine al quale mi onoro di appartenere, poiché non è più accettabile che l’opinione pubblica venga allarmata da notizie infondate, la cui rilevanza alimenta ulteriore malessere sociale e sfiducia verso le Istituzioni preposte senza alcuna valida ragione. Qui si sfiora la calunnia – afferma Antonio Marziale – e ringrazio quanti, tra le persone preposte, stanno prendendosi cura della bimba, affermando, e lo sottolineo con forza, che non corrisponde al vero la notizia pubblicata secondo cui nessuno la vorrebbe, poiché prima di darla in affido o in adozione è necessario che la bambina sia sottoposta ad ulteriori esami specifici ospedalieri richiesti dalla sue condizioni generali di salute”.