(Nella foto, Andrea Falbo)
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Come ogni mattina, due giorni fa Andrea Falbo era uscito di casa per recarsi a lavoro a bordo del suo Doblò bianco, ma nell’azienda agricola dove era assunto da bracciante non ci è mai arrivato. Immediata era scattata la denuncia di scomparsa quando a ora di pranzo i famigliari non lo hanno visto rincasare e il cellulare squillava a vuoto.
Le ricerche, coordinate dalla Prefettura di Cosenza, sono state condotte dai vigili del fuoco, carabinieri e associazioni locali, coadiuvati dai volontari del soccorso alpino e dagli amici del giovane, ma a fine serata era stato rintracciato solo il mezzo, lasciato incustodito in una zona isolata a Civita, sulla strada che conduce a Francavilla Marittima. Il che non aveva fatto presagire nulla di buono.
Le paure sono diventate dolorose certezze quando nel pomeriggio di ieri si è diffusa la notizia del ritrovamento del cadavere in quei pressi.
Da una prima ricostruzione dell’accaduto, sembrerebbe che la morte sia da attribuire a un gesto estremo del giovane e il lavoro congiunto di queste ore dei militari dell’Arma della Compagni di Castrovillari e i colleghi della tenenza di Cassano allo Ionio servirà a scongiurare qualunque altra ipotesi.
Intanto la Procura della Repubblica di Castrovillari ha già disposto il sequestro della salma al fine di effettuare l’autopsia.
Il 16 aprile scorso, il giovane, da poco iscritto al social network ideato da Mark Zuckerberg, scriveva: “Non bisogna pensare sempre ai problemi, nella vita si deve essere forti”.
