(Nella foto, l’assessore Angela Marcianò. Fonte foto: Avvenire di Calabria)
Riceviamo e pubblichiamo
Confondere le acque e lanciare accuse per non dare risposte è una strategia diffusa tra politici e amministratori. Ma nel caso dell’assessora Angela Marcianò ciò non può che sorprendere.
Per mesi infatti le associazioni Un mondo di mondi e il movimento Reggio non tace hanno sostenuto le proposte dell’assessora per ripristinare la legalità nel settore degli alloggi popolari.
Ancora prima della sua nomina ad assessora alle politiche della casa, avvenuta nel dicembre scorso, le associazioni, in seguito coadiuvate dall’Osservatorio per il disagio abitativo, hanno intrapreso una lunga battaglia di sensibilizzazione contro i soprusi nella gestione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica.
Nel 2014 venne anche presentata una dettagliata denuncia alla procura con allegato plico documentale. Numerosi negli anni anche gli appelli sulla stampa e in occasioni pubbliche per sollecitare le istituzioni ad agire sulle verifiche degli assegnatari previste dalla legge n 32/96, prima causa di illegalità nel settore e di cui le occupazione abusive sono effetto diretto. Ben 75 alloggi popolari non abitati sono stati segnalati dall’associazione Un mondo di mondi, al fine di essere sottoposti a verifica e di cui non si hanno notizie.
Anche la delibera del Consiglio comunale n. 3 approvata lo scorso 10 febbraio è in parte frutto della collaborazione tra le associazioni e l’assessora Marcianò, di cui si è sempre riconosciuto il merito.
Pertanto sorprendono i toni di accusa dell’assessora, in seguito alla semplice e motivata richiesta di informazioni sugli sgomberi annunciati nelle settimane scorse.
Per chiarire, se fosse necessario: a destare preoccupazione non sono le azioni di contrasto agli abusi di utilizzo degli alloggi popolari (affitti, vendite e usi illegali), denunciati da anni dalle associazioni, ma piuttosto il rischio di violazione del diritto alla casa e alla dignità umana tutelati, si ribadisce, in primis dalla nostra Costituzione e dalle convenzioni internazionali.
Rischio in cui si potrebbe incorrere qualora venissero sgomberate anche famiglie in condizioni di vulnerabilità (con figli minori, anziani, diversamente abili).
In queste settimane infatti sono pervenute segnalazioni di ordinanze di sgombero, in città ma anche in altri comuni, per famiglie prive di reddito e di una casa di proprietà, con figli minori a carico.
Le associazioni, sostituendosi agli uffici delle politiche sociali, hanno gratuitamente fornito alle famiglie in questione, ignare della procedura, le informazioni per la regolarizzazione prevista, si ricorda, dalla legge. A scanso di equivoci, precisiamo che la “smania di legalità” era strettamente riferita a questi contesti.
E’ necessario sfatare l’idea che l’occupante abusivo sia sempre e soltanto un delinquente brutto e cattivo intento a violare la legge.Spesso si tratta invece di famiglie prive di reddito che, in assenza di un’alternativa adeguata, sono state costrette, dall’inerzia istituzionale, ad occupare un alloggio senza un decreto di assegnazione, al fine di tutelare la propria famiglia (in merito si richiama la Corte di Cassazione, sez. II Penale, sentenza 17 – 24 ottobre 2014, n. 44363).
Pertanto è di queste situazioni che si chiede conto, per evitare che il riconoscimento di un diritto si trasformi in una guerra tra poveri.
L’amministrazione comunale pensa forse di poter sgomberare decine o centinaia di famiglie e bambini per ospitarli a Palazzo San Giorgio?
E’ in merito a queste questioni che si chiedono delucidazioni e risposte.
Tutto il resto è solo incomprensione ma l’obiettivo è una genuina dialettica democratica.
OSSERVATORIO SUL DISAGIO ABITATIVO REGGIO NON TACE
Cristina Delfino, Giacomo Marino – Un Mondo Di Mondi Avv.to Nicola Santostefano
CO.S.MI.
CSC Nuvola Rossa
CSOA Cartella
Società dei TERRITORIALISTI