Elezioni nel Cosentino e Catanzaro | Pd, la débâcle politica del segretario Magorno e il presidente Iacucci, bene gli altri candidati

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Elezioni nel Cosentino e Catanzaro | Pd, la débâcle politica del segretario Magorno e il presidente Iacucci, bene gli altri candidati

Non è un bel periodo per Ernesto Magorno, politicamente parlando, e benché cerchi di arrampicarsi sugli specchi come può, il rumore delle unghie stridenti si sente da lontano. Lunedì, in giornata, alcuni testimoni riferiscono che si sia avvertito sino a Catanzaro, quando la lista del Partito Democratico, proprio come l’odiatissimo MoVimento 5 Stelle, ha totalizzato un misero 5,11% e soli 2573 voti sui 52188 votanti che si sono recati alle urne. Nella medesima coalizione a supporto del piddino Enzo Ciconte, il Pd è stato quasi doppiato, ad esempio, da Lista Civica #fare per Catanzaro, la quale ha raggiunto il 9,47%. Lo stesso Ciconte, nonostante l’alto numero di partiti che lo ha sostenuto, si è fermato intorno 30% delle preferenze, staccato di circa 10 punti percentuale dal sindaco uscente Sergio Abramo. Al ballottaggio pare non ci potrà essere storia. Per il Pd, pollice.
Pollice verso anche per il compagno di partito e attuale presidente della Provincia di Cosenzza Franco Iacucci che corso al fianco di Magorno per sostenere la candidatura di Andrea Guccione a Luzzi, si è dovuto accontentare di 1329 voti e un solo seggio, e di rimanere dietro alla Lista civica Verso il futuro (2054 voti – 33,12%) e alla Lista civica Impegno civile per Luzzi (1370 voti – 22,09%).
Buona invece la performance elettorale del candidato Pino Capalbo, sostenuto dal consigliere regionale Giuseppe Aieta, che ad Acri per un soffio non ha strappato la vittoria al primo turno, fermandosi al 49,30% con 6063 preferenze ottenute dall’intera coalizione. Da solo il Pd, ha totalizzato 2406 voti, pari al 20,07% dell’elettorato e quasi il 40% della coalizione di Capalbo, finendo al ballottaggio con Anna Vigliaturo, ferma però a 2555 preferenze.
A Paola ormai è storia. L’ala riformista del Pd ha individuato in Pino Falbo il suo candidato, il quale ha dato vita, insieme alle altre liste, alla coalizione “Progetto Democratico“, diametralmente opposta a quella di Roberto Perrotta, che ha comunque potuto contare sull’appoggio del simbolo del Pd e dei Giovani Democratici. Nella corsa alla poltrona, Pino Falbo ha ottenuto pubblicamente il sostegno di Carmine Quercia, consigliere comunale del Pd e neo componente dell’assemblea nazionale del partito, uomo di fiducia dei coniugi  Bruno Bossio e Adamo sul Tirreno, finendo con l’incrinare definitivamente i rapporti con il capolista del Pd, Graziano Di Natale, letteralmente snobbato dai compagni durante la campagna elettorale, fatta eccezione per Giuseppe Guerini e Beppe Fioroni, accorsi da Roma. Risultato: tutte insieme, le quattro liste della coalizione di Falbo hanno ottenuto 1821 preferenze, Perrotta lo ha più che doppiato con 4074. Di questi 4071, il Pd guidato da Di Natale con 1217 preferenze ne rappresenta il 30%. La sola candidatura di Di Natale è valsa 662 voti, ovvero, il 55% dei voti totali della lista del Pd, risultando così per la quarta volta il candidato più votato della città d Paola, dopo aver battuto il suo stesso record.