(Nella foto, il sottosegretario Tonino Gentile)
Il ritornello è sempre lo stesso e casualmente ad ogni tornata elettorale, dalle comunali alle europee, senza tralasciare regionali e politiche: l’ospedale di Praia a Mare riaprirà. E ogni volta riaprirà grazie all’opera di chiunque, a seconda del candidato: il ministro Lorenzin, il segretario regionale del Pd Ernesto Magorno, il braccio destro di Renzi, Luca Lotti, il generoso Mario Oliverio, il buon Carlo Guccione, il potente Nicola Adamo, la sensibile Enza Bruno Bossio, Franco Pacenza, Fausto Orsomarso, il comitato “casalinghe disperate di Voghera” e il “Movimento 5 litri”. Scusandomi con gli tutti gli altri per la grave dimenticanza.
In realtà le cose stanno solo e soltanto così: il 20 maggio del 2014 la III Sezione penale del Consiglio di Stato, massimo tribunale amministrativo italiano, boccia in parte il decreto di riconversione datato 22 ottobre 2010, il n° 18, e riordina la riapertura, con sentenza esecutiva e inoppugnabile, affinché vengano garantiti i LEA, i livelli esistenziali di assistenza, a tutti i cittadini. Alla sentenza si arriva grazie a tre sole persone: Pasquale Lamboglia, sindaco di Tortora, e i sindaci che si sono avvicendati negli ultimi anni a Praia a Mare, Carlo Lomonaco e Antonio Praticò. I tre, prima con la coppia Lamboglia-Lomonaco, si oppongono al decreto di riconversione e fanno opposizione al Tar. Il tar Calabria boccia il ricorso. Allora, quando Antonio Praticò torna al Comune in veste di primo cittadino, unitamente al collega tortorese, scrive un ulteriore ricorso facendo appello al Consiglio di Stato. Qui, andranno alla vittoria grazie al lavoro del legale cosentino Giovanni Spataro, il quale sempre su mandato dei due sindaci, procederà il 23 febbraio del 2015 a richiedere il giudizio di ottemperanza, che i giudici accolgono nuovamente. Fallito il primo tentativo di riaprire l’ospedale per via dello scaricabarile tra i designati commissario Flori Degrassi e Domenico Di Lallo, il Consiglio di Stato, sempre su mandato dei due primi cittadini, incaricheranno nel dicembre scorso il sub commissario Andrea Urbani, il quale a sua volta cederà la nomina a Eugenio Sciabica. Risultato: lo scorso 17 maggio il direttore generale dell’Asp Raffaele Mauro, per la prima volta in un decreto fa riferimento alla storica sentenza, pur rimandandone l’attuazione a un vago e non meglio precisato ulteriore decreto. Di qui la notizia che l’ex ospedale civile riaprirà.
E siccome stavolta sembrerebbe più vero delle altre volte, anche se il condizionale continua ad essere d’obbligo, si sono già messi tutti il fila per ritirare il premio.
L’ultimo, in ordine di tempo, è il sottosegretario Tonino Gentile, noto per le vicende giudiziarie e gli scandali famigliari tanto quanto le azioni politiche dei quasi 40 anni di carriera che, più puntuale di un orologio svizzero a ogni sentore di campagna elettorale, si ripresenta sull’alto Tirreno a raccontare la solita solfa sulla sanità. Dopo la visita di qualche settimana addietro, in cui ha ribadito l’impegno per la riapertura, tornerà a Scalea il prossimo 16 giugno, dove farà sapere a tutti, come già annunciato, che il nosocomio riaprirà addirittura prima dell’estate.
All’estate mancano una dozzina di giorni e per riorganizzare un plesso ospedaliero occorrono invece mesi, se non anni, quindi mente spudoratamente sapendo di mentire, facendo leva sulla creduloneria della gente e la relativa ignoranza in merito a certi argomenti. Inoltre, a tutti quelli che hanno memoria corta o altro a cui pensare, ricordiamo come il tempo e le inchieste della magistratura abbiano dimostrato come entrambi i fratelli Pino e Tonino Gentile siano in generale molto più interessati alla sanità privata che a quella pubblica.
Per dovere di cronaca riproponiamo una serie di articoli (in numero ridottissimo rispetto a quelli redatti sulla questione) che potrete leggere cliccando sul link, in cui si ripercorre in lungo e in largo tutta la vicenda, al solo fine di evidenziare ancora una volta i reali interessi che si celano dietro la chiusura dell’ospedale di Praia a Mare e come è stata gestita la sanità sul Tirreno in tutti questi anni. Mentre la politica si girava dall’altra parte. In sostanza, se l’ospedale dovesse mai riaprire, di certo è unicamente merito di chi ha percorso la strada della giustizia.
22 ottobre 2013, Sanità, la via crucis calabrese;
9 novembre 2013, Malasanità: Praia a Mare chiama, Gino strada Risponde;
12 dicembre 2013, Sanità. Praia a Mare, i retroscena del nuovo mammografo;
16 dicembre 2013, Sanità. Emergency; “A Praia a Mare situazione devastate”;
18 dicembre 2013, Calabria. Terremoto sanità, Cesareo accusa: “Sistema colluso”;
22 luglio 2014, Scarpelli: “Ospedali di confine? Non andavano riconvertiti”;
14 ottobre 2014, Meridione / Viaggio nella Sanità, contro le ingiustizie la soluzione è denunciare;
13 aprile 2015; Tagli alla sanità, a Praia a Mare si muore;
18 aprile 2015, Calabria. Nella sanità “rivoluzione” a scoppio ritardato;
5 dicembre 2015, Sanità pubblica cosentina, un ginepraio di interessi inconfessabili;
23 dicembre 2015, Alto Tirreno / Associazione Sanità è vita: “Della sanità ne avete fatto una farsa”;
14 gennaio 2016, Ecco perché non sarà il Ministro Lorenzin a riaprire l’ospedale di Praia a Mare;
23 febbraio 2016, La sanità organizzata sull’alto Tirreno cosentino, l’ombra della ‘ndrangheta dietro la malasanità?
8 marzo 2016, Belvedere / Rischio chiusura di Pronto Soccorso e Cardiologia, protesta strumentale dei Tricarico?;
1 aprile 2017, Alto Tirreno / Consiglio regionale, approvato il documento dei sindaci, ma la sanità rimane cosa loro;
4 agosto 2016, Sanità e politica| Quella volta che Ernesto Magorno prese le distanze sull’iniziativa per la riapertura dell’ospedale;
24 agosto 2016, Sanità alla deriva, ecco come hanno ridotto l’ex ospedale civile di Praia a Mare. IL VIDEO;
19 maggio 2017, Paola | Bomba di Fioroni sulla sanità in calabria: ‘Quella privata spesso in mano alle consorterie grazie agli amici in politica’.