Riceviamo e pubblichiamo
ASP COSENZA, LA POLITICA LA VUOLE COSI’
Non passa giorno, ormai, senza vedere sui notiziari e quotidiani locali notizie che descrivono l’estrema precarietà di servizi essenziali della nostra sanità provinciale. “Dallo stato dei pronto soccorso, alle lacune del sistema di emergenza-urgenza 118, ai ritardi delle ambulanze, ai reparti ospedalieri carenti di personale, alla lacunosa organizzazione del territorio e dei servizi domiciliari, tutto rientra nel grande calderone dell’ASP di Cosenza e della sua gestione a livello centrale e periferico; – è quanto si legge in una nota del tribunale del malato dell’alto Tirreno cosentino – nessuno, però, si pone il problema di porre rimedio ad una situazione vergognosa ed incresciosa per molteplici aspetti; una politica ed una classe di governo di sinistra, storicamente dalla parte del cittadino, che sembra aver abbandonato dalla propria visione proprio il cittadino e i servizi ad essi dedicati; parliamo di servizi e diritti essenziali, irrinunciabili e teoricamente garantiti da una costituzione, ormai totalmente disattesa e vituperata.
Il cittadino non è più il centro di attenzione di una sinistra attualmente al governo regionale, non lo è il suo benessere e non lo è la sua salute se continuamente leggiamo di casi di malasanità o di estrema carenza nella organizzazione, gestione ed offerta dei servizi sanitari dell’ASP di Cosenza – incalza l’avv. Domenico Oliva referente del TDM.
Leggiamo di polemiche, di scandali, di scoop ma i protagonisti restano sempre lì, coperti da un manto di protezione che ne permette una sorta di immunità nonostante il caos del quale i mass media ci portano a conoscenza. Leggiamo continuamente della condizione del pronto soccorso dell’ospedale Annunziata di Cosenza, come se le condizioni di quelli del Tirreno fossero idilliache, ma nessuno mette mano in modo concreto ad una condizione di degrado civico, prima ancora che sanitario; troviamo un direttore generale che, dichiarato depresso per motivi lavorativi legati alla precedente area di appartenenza, risulta idoneo a gestire un’intera azienda sanitaria pur essendo stato oggetto di svariate richieste di dimissioni sia da parte di politici che da parte di organi istituzionali della regione Calabria.
Il commissario Scura ne ha chiesto le dimissioni e lo ha denunciato alla procura della repubblica, l’on. Nesci ne ha chiesto le dimissioni portando in parlamento il caso Mauro, i giornali mettono in evidenza operazioni e decisioni continuamente contestate; lo stesso Mauro, alle commissioni di vigilanza e sanità, ha dipinto un quadro allarmante della situazione, accusando di essere ogni volta pressato dal commissario ad acta della Sanità calabrese Scura; intanto, ad oggi, dopo un anno e mezzo dall’insediamento del direttore Mauro, l’atto aziendale, che permette la gestione dell’asp ancora non vede la luce e questo accade solo a Cosenza.
Tutto sembra assurdo e irreale ma è tristemente concreto, così come concreti sono i 40 o 50 minuti che le ambulanze del 118, a volte, impiegano per raggiungere i comuni dell’immediato entroterra tirrenico, o la copertura del posto di direttore della centrale 118 da parte del dott. Borselli, già condannato in via definitiva per omicidio colposo, su incarico che viene rinnovato da anni senza concorso pubblico come la legge vorrebbe. Se tutto questo non lo vuole la politica chi allora? È chiaro che l’attuale classe politica, che direttamente o indirettamente sta gestendo l’ASP di Cosenza, vuole tale stato di cose e si cerca, forse, la precarietà per aumentare la dipendenza; quella dipendenza dalla politica alla quale, ormai, il cittadino è assuefatto ottenendo il rispetto dei propri diritti come fossero favori personali e concessioni eccezionali.
Ormai la campagna elettorale dura 12 mesi all’anno tra proclami sulla riapertura di ospedali e promesse continue sul potenziamento di servizi che peggiorano, invece, giorno dopo giorno. È vero, notiamo che servizi essenziali versano nella precarietà, che dai pronto soccorso al 118 emergono lamentele da tutta la provincia ma questa è l’ASP di Cosenza e la politica la vuole così.”