(La foto, scattata ieri, immortala le reali e attuali condizioni del cavalcavia)
Della presunta pericolosità del cavalcavia Canal Grande che sulla Ss18 collega le cittadine di San Nicola e Praia a Mare, meglio noto come ponte di San Nicola, ce ne eravamo occupati già tempo fa (clicca qui per leggere Ponte di San Nicola| Gli esperti invitano alla calma, ma il cedimento delle travi è impressionante).
Dopo qualche mese, ieri siamo tornati per verificare le condizioni della struttura. Fotografando dal sedile anteriore dell’auto, si nota come due vistosi avvallamenti sembrino quasi piegare in due il lungo rettilineo.
La situazione non sembra migliorare percorrendo la strada sottostante. Ad occhi nudo si nota quello che sembrerebbe un vistoso cedimento delle travi.
Ma giacché in redazione non abbiamo esperti di ingegneria, ci siamo rivolti a uno dei migliori ingegneri del posto, che vanta anche diverse esperienze all’estero. Gli abbiamo chiesto di ragguagliarci in merito alla vicenda. Ci scrive:
“Questo tipo di viadotto è stato costruito su progetto francese e prende il nome dall’acciaio che lo compone cioè “dividag”. E’ un progetto molto ardito. In Calabria ne sono stati costruiti tre: Celico, San Fili e San Nicola. Sono stati costruiti tutti dalla stessa ditta e tutti e tre presentano lo stesso problema più o meno accentuato. Ce ne sono anche altri sull’autostrada del Brennero. L’ANAS in quel caso ha preso provvedimenti di ristrutturazione. In Calabria niente. Per capire bene bisogna risalire al progetto e quindi al sistema di costruzione. In questa struttura non ci sono travi singole ma un vero e proprio scatolare costruito in opera e quindi auto portante e auto montante. Quindi sia l’acciaio che il calcestruzzo devono dare il massimo delle proprie prestazioni in tempi brevissimi, in quanto la precompressione delle pareti avviene nelle 24/48 ore. Qui è il problema”.