Bcc di Verbicaro | Componente del cda è il commercialista di Logicom e Mondial Food, affidatarie di 750mila euro

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Bcc di Verbicaro | Componente del cda è il commercialista di Logicom e Mondial Food, affidatarie di 750mila euro

Pubblicato su Cronache delle Calabrie
Di Piero Nerci
L’arrivo del Procuratore Nicola Gratteri presso la Procura di Catanzaro, ha fatto tremare tanti soggetti che per anni avevano goduto goduto di una sorta di immunità giudiziaria nell’area nord della Calabria. A poche settimane dal  suo insediamento, all’alba del 19 luglio scorso, è scattata infatti l’operazione Frontiera, grazie alla quale lo storico e sanguinario boss cetrarese Franco Muto è stato assicurato alla giustizia insieme al figlio Luigi, colui che avrebbe dovuto reggere la cosca dopo l’uscita di scena dell’anziano padre.
Le indagini a tutto spiano hanno rivelato diversi aspetti, tra quali un largo consumo di cocaina che non tiene conto del ceto sociale e un sistema di corruzione ben radicato tra la società civile e la malavita organizzata. Un patto di connivenza  e omertà che garantisce favori e tornaconti personali, una commistione a grandi livelli, che proietta dritto, e quasi inconsapevolmente, nel famigerato “mondo di mezzo”.
Gli atti dell’operazione Frontiera rivelano che il clan Muto aveva il consenso di tutti, dal pescatore costretto a piegarsi alle regole del mercato ittico cetrarese, all’istituto bancario che garantiva appoggio alle ditte in affari con i suoi uomini. Almeno fino a quando gli uomini della Dda di Catanzaro hanno inferto il primo, duro colpo al clan non ancora debellato.
Il primo segnale di ciò che stava per accadere di lì a poco, lo hanno lanciato gli uomini delle Fiamme Gialle di Reggio Calabria nel marzo scorso, quando si sono introdotti nella Bcc di Verbicaro per sequestrare la documentazione di oltre una cinquantina di affidamenti bancari. Poche settimane dopo le pratiche vengono dissequestrate, ma viene alla luce un accertamento in corso sull’istituto di credito da parte della Procura di Paola. Gli inquirenti contestano a vario titolo l’omessa comunicazione del conflitto di interessi nell’ambito degli interessi degli amministratori e mendacio e falso interno a quattro indagati: l’ex Presidente Giuseppe Zito, l’attuale Presidente Francesco Silvestri, il Sindaco del Cda Nicolina Germano e il consigliere del Cda Giuseppe Russo.
E proprio la posizione di quest’ultimo, dimessosi dalla carica qualche settimana addietro, è vagliata dagli inquirenti in merito al ruolo ricoperto per le società “Logicom” e la “Mondial Food”. Le due aziende, attive nel commercio di surgelati, fanno parte del Gruppo Mannarino, che acquista direttamente da “Eurofish”, l’ingrosso di prodotti ittici di proprietà Andrea Orsino, genero di Franco Muto. Le aziende di Mannarino, di cui Russo risulta esserne il commercialista, risultano essere affidatarie di svariate centinaia di migliaia di euro, circa 750mila, presso la banca dove Russo, in evidente conflitto di interesse, era anche consulente e revisore dei conti.
Ma c’è dell’altro. La “Mondial Food” risulta essere in grave crisi finanziaria e, sostanzialmente, un’azienda non affidabile. Nelle medesime condizioni, a un padre di famiglia le banche non avrebbe potuto concedere neppure mille euro.

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