(Nella foto, Francesco Zanardi, presidente di Rete l’Abuso)
Non è la prima volta e certamente non sarà nemmeno l’ultima: Rete l’Abuso, l’osservatorio nazionale sui reati commessi in ambito clericale fondata nel 2009, continua a subire censure e tentativi di censura sistematicamente, a cadenza regolare.
Dopo il vero e proprio agguato alla libertà di stampa perpetrato nel 2015 (leggi: Retelabuso.org e Pretipedofili.it di nuovo online, Zanardi denuncia: “Connessioni dal Vaticano prima del crash”) che costrinse i gestori a cambiare server bussando oltreoceano, nelle scorse ore il sito del presidente Francesco Zanardi, è letteralmente sparito dalla rete per circa 13 lunghe ore, come avvisa una mail relativa al monitoraggio, anche se in realtà le ore sembrano essere state 16.
In contemporanea, la piattaforma di Zuckerberg, poche ore dopo avvisava il gestori della pagina facebook “Rete l’Abuso” di anomalie sulla pubblicazione, tanto da costringere i “guardiani” del social a precisare che in caso di comportamenti inadeguati reiterati, che violano le norme della comunità, la pagina subirà la cancellazione permanente.
Ma se per la cancellazione del sito dalla rete potrebbe trattarsi tranquillamente di un hacker esperto e incaricato di far sparire le notizie su Bergoglio e compagnia bella, sull’avviso di facebook resta qualche dubbio. O meglio, l’amaro in bocca.
Cosa ci sarebbe di proibito nella pubblicazione di notizie documentate, anche se queste riguardano la Chiesa e il clero? In realtà nulla, ma facebook ultimamente pare più interessata a cavalcare l’onda del populismo che a far rispettare gli standard, tenuto conto che si attiva immediatamente sulle segnalazioni di un articolo sacrosanto da parte di chi non gradisce, ma molto spesso rimane inerme innanzi a quelle che evocano, fascismo, nazismo, violenza o razzismo.
Ad ogni modo, le rivelazioni del giornalista Gianluigi Nuzzi nelle ultime ore in merito all’uscita del suo ultimo libro, “Peccato originale”, promettono di scuotere nuovamente il Vaticano facendo crollare tra il popolino i falsi miti legati alla religione e alla Chiesa. Tra un violenza sui chierichetti e un maxi conto allo Ior della santa Madre Teresa di Calcutta.
Quanto a Rete l’Abuso, ogni tentativo è vano: come sempre, ogni volta, risorgerà dalle proprie ceneri. Anche se pagina e sito venissero censurati altre mille volte.
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